GIACARTA – L’onda assassina dello tsunami non ha lasciato scampo a nessuno. Il mare ha reagito al terremoto che ha colpito ieri l’Indonesia. Ha travolto tutto quello che si trovava davanti. E’ la la parte centrale dell’isola di Sulawesi quella più martoriata dalla furia del sisma. L’ha ‘punita’ due volte. Le scosse sono state fortissime: la seconda ha raggiunto quota 7.5 di magnitudo.
Indonesia, le vittime potrebbero essere migliaia
Le vittime sono 384, mentre i feriti sarebbero circa 500. Il terrore che serpeggia in Indonesia è che i morti potrebbero essere almeno il triplo di quelli fino ad ora accertati. Dal mare continuano infatti ad affiorare cadaveri, ora dopo ora, per non parlare della lista dei dispersi. Lo tsunami ha sorpreso una spiaggia sulla quale era in procinto di iniziare un festival, a cui dovevano prender parte in centinaia.
A Palu, la capitale provinciale, un hotel sold out con 80 camere è crollato. Collassato anche il più grande centro commerciale della città. Le abitazioni dei residenti, dopo essere crollate sotto i violenti colpi delle scosse, sono state spazzate via dal mare. I corpi dei morti sono stati allineati lungo le strade e ricoperti con un lenzuolo.
Soccorsi ostacolati dalla devastazione
A Palu i soccorsi fanno quel che possono. Gran parte delle infrastrutture della città è infatti crollata. Il principale ponte cittadino, lungo 126 metri, non c’è più. Il viadotto collegava le due parti della città. L’aeroporto è rimasto danneggiato, perciò aerei ed elicotteri hanno un’operatività limitata. Numerosissime le strade ostacolate da fango e detriti.
Il terremoto ha completamente paralizzato l’isola, motivo per cui prestare aiuto ai feriti è un’impresa difficilissima. Il bilancio dei morti è destinato, per questo, a crescere.
I feriti vengono curati su lettini improvvisati all’aperto, perché anche gli ospedali della città hanno subito importanti danni, risultando, perciò, inagibili.
Il sisma potrebbe essere la più disastrosa catastrofe naturale nel pa
ese dallo tsunami del 26 dicembre 2004. In quell’occasione morirono circa 170 mila persone nella sola provincia di Aceh.