Terremoto: scossa 5.7 scuote le Marche, tanta paura ma niente vittime

Torna a tremare il Centro Italia. Tanta paura ma nessuna vittima: alle 7.07 un terremoto di magnitudo 5.7 sveglia le Marche

Torna a tremare il Centro Italia. Tanta paura ma nessuna vittima: alle 7.07 un terremoto di magnitudo 5.7 sveglia le Marche. Seguirà uno sciame sismico da 50 scosse registrate dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Epicentro nell’Adriatico a 27 chilometri dalla costa, a una profondità di 8 km, fra Fano e Senigallia. Secondo il Catalogo dei terremoti italiani è la più forte scossa dal 1930, quando a Senigallia si registrò una magnitudo di 5.83. Il terremoto viene sentito anche in Abruzzo, Lazio, Umbria, Emilia Romagna, Veneto, Friuli. “Non riuscivo a stare in piedi nel giardino, gli ulivi tremavano, è stata lunga. Prima un rumore e poi si è mossa la terra per un minuto”, è il racconto in differita di pochi istanti dell’assessore alla Protezione civile delle Marche, Stefano Aguzzi, mentre si dirige verso la sala operativa regionale. “L’epicentro a largo potrebbe averci risparmiato una tragedia”. I sindaci chiudono nell’immediatezza scuole di ogni ordine e grado nelle province di Pesaro e Ancona come anche i distretti sanitari. Ferrovie dello Stato sospende le linee Bologna-Pescara e Ancona-Roma fino alle 13. In stazione ad Ancona cadono calcinacci e si formano crepe. Il vicepresidente e assessore alla Sanità marchigiano, Filippo Saltamartini, potenzia il Numero unico di emergenza 112 ingorgato da oltre mille telefonate. Intonse invece le strutture dell’Aeroporto di Falconara che viene autorizzato dall’Enac per continuare ad operare.

Il sindaco di Senigallia (AN) teme per le conseguenze in mare e fa monitorare la costa contro il rischio di onde ‘tsunami’ generate dal sisma. Dopo un paio d’ore è il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, a rassicurare: “Non ci si attende alcun evento” come onde anomale o tsunami che “si sarebbe già verificato”, afferma pur avendo attivato le procedure internazionali di alert per gli Stati costieri. La paura rientra quando le varie ‘centrali’ informative – Prefettura, vigili del fuoco, carabinieri – fanno sapere all’unisono che non ci sono feriti e vittime, contenuti i danni alle cose.

Il Ministero della Cultura attiva le unità di crisi per programmare i primi sopralluoghi nelle zone colpite dal sisma e verificare eventuali danni al patrimonio culturale immobile e mobile. Lombardia e Toscana offrono aiuti e personale. La premier Giorgia Meloni segue la situazione a distanza in contatto con il Dipartimento della Protezione Civile e con il Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli. I vigili del fuoco controllano da subito la statica di 50 edifici fra Pesaro, Urbino e Ancona. Impegnati anche elicotteri dei reparti volo di Pescara e Bologna per una verifica dall’alto delle aree interessate dalla scossa sismica. A Rimini altri 20 interventi. Un bilancio di eventuali danni è ancora in corso. Nelle Marche rimane il terrore a nemmeno due mesi dall’alluvione.

di Francesco Floris

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