MILANO – “Confesso di essere rimasto sorpreso. Se n’era parlato molto negli ultimi due anni, ma non pensavo che sarebbe mai accaduto”. Così Mario Calabresi, giornalista e figlio del commissario ucciso, a proposito dell’arresto, ieri in Francia, dei terroristi italiani. Ma, aggiunge in un’intervista al Corriere della Sera, ci sperava “più come italiano che come privato cittadino. Ho sempre pensato che il rispetto delle sentenze che condannavano queste persone sarebbe stato un gesto molto importante per tutti noi. Ho sempre trovato odioso e grave che la Francia non rispettasse le sentenze italiane. La dottrina Mitterrand prevedeva di dare asilo a chi non aveva le mani sporche di sangue. Poi, negli anni, è accaduto qualcosa. Un lassismo che fu applicato per compiacere un mondo intellettuale francese che si divertiva a dipingere l’Italia degli anni Settanta come il Cile di Pinochet. E questo ha di fatto sempre protetto e tutelato chi aveva ucciso altri esseri umani”.
Ma la dottrina Mitterand non è stata sconfessata, “tutt’altro. Per una volta è stata invece applicata alla lettera, ristabilendo così un principio fondamentale ignorato per quasi quarant’anni. Ieri tra Italia e Francia è stata scritta una pagina importantissima per il rispetto delle verità storica e giudiziaria del nostro Paese”.
“Come mia madre e i miei fratelli – aggiunge Calabresi – non riesco a provare alcuna soddisfazione. L’idea che un uomo anziano e molto malato vada in galera non è di alcun risarcimento per noi”.
(LaPresse)