Roma (LaPresse) – Dopo l’espulsione dell’Imam indiziato come uno dei responsabili di un’aggressione contro l’onorevole Daniela Santanché, nell’ambito del monitoraggio dei soggetti a rischio radicalizzazione, sono stati individuati e rimpatriati tre cittadini stranieri. Sono ritenuti contigui ad ambienti dell’estremismo islamico. E pericolosi per la sicurezza dello Stato. Lo comunica il Viminale.
Si tratta di un 28enne cittadino tunisino, detenuto a Modena per reati contro il patrimonio e droga. Durante la detenzione aveva pronunciato frasi inneggianti all’ISIS. E, rifiutandosi di rientrare in cella, aveva aggredito il personale della Polizia penitenziaria.
I fermati sono soggetti a rischio e quindi allontanati dall’Italia
Il secondo è un 24enne cittadino gambiano, anche lui detenuto per reati comuni. E’ indiziato di aver militato in gruppi terroristici internazionali. Su un quaderno in suo possesso l’uomo aveva riprodotto meccanismi di ordigni esplosivi con le istruzioni per il loro assemblaggio e utilizzo. Negli stessi scritti lo straniero si è dichiarato ideologicamente contiguo ad una formazione paramilitare attiva in Africa centro-occidentale. Ed aveva altresì manifestato il forte desiderio di “uccidere i turisti bianchi” ed “i cristiani” in Gambia. Colpendo hotel e chiese, confidando in Allah per la riuscita dei suoi propositi criminosi.
Infine è stato allontanato un 22enne marocchino con numerosi precedenti per reati comuni. E’ stato infatti più volte protagonista, in stato di ebbrezza alcoolica, di eventi turbativi della sicurezza pubblica. In particolare, nell’ottobre 2017, lo straniero nei pressi della sinagoga di Firenze, aveva molestato i passanti al grido di “Allah Akbar”. Nella circostanza era stato trovato in possesso di un coltello da cucina.
Con questi provvedimenti sono 339 le espulsioni eseguite dal gennaio 2015 ad oggi, di cui 102 nel 2018 .