Terzo mandato, i nuovi eletti rischiano di perdere la carica se il verdetto arriva dopo le elezioni

Foto LaPresse/Marco Cantile Napoli 14/12/2016 Cronaca Inaugurazione Ospedale del Mare, nel quartiere Ponticelli di Napoli. Presente il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca Nella foto: Vincenzo De Luca

NAPOLI – La procedura di impugnazione, prevista dall’articolo 127 della Costituzione, consente al governo di sollevare la questione di legittimità costituzionale davanti alla Consulta, qualora ritenga che una legge regionale vada oltre le competenze regionali. Il governo è arrivato a questa decisione nell’ultimo giorno utile: il termine massimo entro cui poter impugnare una norma è di 60 giorni dalla pubblicazione. La legge sul cosiddetto “terzo mandato” infatti era stata approvata al consiglio regionale lo scorso 11 novembre, con un’ampia maggioranza, e consente a Vincenzo De Luca di ricandidarsi per un terzo mandato consecutivo, sebbene la legge italiana ne preveda al massimo due. La norma campana serve a mettere in atto proprio la legge nazionale del 2004 con il limite dei due mandati ma stabilisce che i mandati consecutivi vadano contati dall’entrata in vigore della stessa legge, quindi contando il mandato in corso – e non quello precedente – di De Luca.
Se il verdetto della Consulta arrivasse dopo il voto, c’è il rischio che le elezioni vengano annullate. Caos istituzionale e addio al seggio per i neo eletti consiglieri regionali.
Oltre alla decisione della Consulta, pende anche il ricorso di alcuni consiglieri regionali del centrodestra al Tar Campania per annullare la seduta del 5 novembre scorso quando i consiglieri di maggioranza e del Pd votarono la “legge De Luca” contro il parere dei vertici dem, a partire da Elly Schlein. La segretaria non è più intervenuta sulla vicenda dopo che in tv, lo scorso novembre, aveva ribadito che la linea del Pd è e resta contro il terzo mandato. La minoranza in consiglio regionale contesta una presunta violazione ed errata applicazione del regolamento interno del Consiglio regionale campano e degli articoli 3 e 97 della costituzione. La seduta, infatti, fu convocata in concomitanza con la trattazione del Documento di economia e finanza regionale e il regolamento prevede che “nei giorni lavorativi antecedenti le sessioni di bilancio non si svolgono altre sedute del Consiglio, salvo che per la trattazione di provvedimenti urgenti e indifferibili”.

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