CASERTA – Il Governo ricorre alla Corte costituzionale contro la legge regionale sul terzo mandato e iniziano i pronostici sulle prossime mosse di Vincenzo De Luca. Fra i suoi stessi sostenitori c’è chi giura che il presidente potrebbe dimettersi e la convocazione di una conferenza stampa per stamattina alle 11 a Palazzo Santa Lucia ha ravvivato queste indiscrezioni. La scelta drastica certamente non piacerebbe ai consiglieri, che con la fine anticipata della consiliatura perderebbero 8 o 9 mesi si indennità. A dare il via alle ipotesi è stata la dichiarazione del premier Giorgia Meloni, che ieri mattina, diverse ore prima della seduta del Consiglio dei ministri ha anticipato che il Governo si rivolgerà alla Corte costituzionale, scelta poi confermata dal Cdm in serata. C’è infatti “un tema di metodo ancora prima che di merito: gli uffici di Palazzo Chigi hanno fatto una ricognizione per capire in base all’articolo 122 della Costituzione se compete alle Regioni autodeterminarsi e la nostra conclusione è che è materia di competenza dello Stato ed è per questo che impugniamo la legge. Sul merito sapete che non c’è accordo tra partiti di maggioranza. Io penso sarebbe incoerente, anche perché noi nella proposta di premierato abbiamo messo il limite di due mandati. Poi sono disponibile a parlare di armonizzare tutti gli ambiti”. Si apre quindi lo scontro con la Lega: come registrano fonti del partito di Matteo Salvini (che non era a Palazzo Chigi), nella riunione Roberto Calderoli “ha sottolineato di essere favorevole, come la Lega ha sempre ribadito, a una modifica della legge nazionale su cui però, al momento, non c’è intesa”. Al di la del caso campano, l’obiettivo della Lega sarebbe quello di evitare di alzare un muro a livello nazionale sul terzo mandato. Una questione che inevitabilmente chiama in causa il ‘doge’ leghista , disponibile a un nuovo giro alla guida del Veneto.
De Luca sarebbe tentato di dimettersi, in modo da far cadere l’amministrazione a andare a elezioni anticipate, ad aprile. Nello schieramento di maggioranza qualcuno ci crede, ma arrivano anche diverse voci scettiche: “De Luca – dice un fedelissimo del governatore – si limiterà a dichiararsi fiducioso nella Consulta e a ribadire di voler proseguire la sua esperienza amministrativa”. E un consigliere di maggioranza assicura che “non si dimetterà, ce l’avrebbe detto”. In questi giorni, il commissario del Pd in Campania Antonio Misiani e il capogruppo dem in Consiglio Mario Casillo avrebbero avviato i contatti per formare la coalizione di centrosinistra alternativa al presidente uscente, sul quale c’è notoriamente il veto dei vertici nazionali Pd. I due avrebbero chiamato i rappresentanti di Azione e Italia viva, partiti che dovrebbero far parte della coalizione insieme a Pd, 5 Stelle, Psi e Alleanza verdi e sinistra. L’obiettivo di Casillo sarebbe però quello di superare l’ipotesi di candidare l’ex presidente della Camera Roberto Fico (5 Stelle) e di scegliere invece un nome in quota Pd. E potrebbe essere lo stesso capogruppo, che parte da una buona base di voti personali e ha rapporti consolidati con gli altri partiti di centrosinistra, a ricoprire questo ruolo, specie se si decidesse di ricorrere alle primarie. Altrimenti, si potrebbe decidere di puntare su una figura civica: il nome che gira da tempo è quello del magistrato Raffaele Cantone.
Ieri Misiani ha ribadito che “la posizione contraria del Partito democratico sul terzo mandato per i Presidenti di Regione è chiara, nota da tempo e vale in tutto il Paese”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA