Terzo mandato, Schlein si ficca in un vicolo cieco

Telefonate inutili ai consiglieri nella speranza che Casillo facesse saltare il banco

La segretaria nazionale del Pd Elly Schlein è finita in un vicolo cieco sul terzo mandato del governatore. Venerdì la segretaria ha chiamato per telefono alcuni consiglieri regionali, ma si è guardata bene dal farsi vedere a Napoli. La sua manovra, però, non ha avuto grandi risultati, dato che soltanto Bruna Fiola, nell’intero gruppo, ha dichiarato il suo voto contrario. Non solo: la seduta di consiglio per l’approvazione della legge si svolgerà domani, nonostante la Schlein avesse chiesto di rinviarla a dopo le elezioni regionali in Emilia Romagna e Umbria. E la percentuale di sbarramento per eleggere consiglieri sarà del 2,5%, invece del 3% proposto dal gruppo Pd: un numero che favorisce le piccole liste, tutte schierate con il presidente uscente. Stando alle voci di corridoio, Schlein sperava nel capogruppo Mario Casillo, che non è un deluchiano di stretta osservanza, ma che alla fine non si è battuto neppure per il rinvio della seduta consiliare. Il governatore, una volta incassato l’appoggio alla legge, ha abbandonato la riunione, lasciando Fulvio Bonavitacola a rappresentarlo. Resta adesso da capire quale sarà la reazione di Schlein: lo statuto del Pd non offre appigli per espellere i consiglieri, che semmai potrebbero non essere ricandidati. Ma escludere tutti o quasi gli uscenti è una manovra complicata: in qualche caso (come quelli del presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero e di Franco Picarone, entrambi deluchiani e alla seconda consiliatura) i vertici del partito potrebbero aggrapparsi alla linea del no al terzo mandato anche per i consiglieri.

Ad ogni modo, la segretaria resta intenzionata a lasciare ai 5 Stelle l’indicazione del candidato presidente (l’ex ministro Sergio Costa si è già offerto pubblicamente), con l’appoggio di Avs e forse di Azione e Italia viva (queste due componenti stanno seguendo l’evolversi degli eventi): per lei la cosa importante è non rompere l’alleanza con Giuseppe Conte e giocarsi la partita a livello nazionale, anche a costo di perdere la Campania. C’è poi sempre l’ipotesi di Roberto Fico, ma all’ex presidente della Camera servirebbe l’ok del Movimento 5 Stelle al superamento del vincolo dei due mandati. Un candidato presidente pentastellato sarebbe comunque difficile da far digerire alle componenti moderate della coalizione.

Va poi ricordato che la legge sul terzo mandato potrebbe essere contestata davanti alla giustizia amministrativa e un eventuale annullamento farebbe scattare la corsa al riposizionamento fra i seguaci di De Luca, alcuni dei quali provengono dal centrodestra.

“Il Pd ha una posizione chiarissima. Siamo contrari al terzo mandato, la legge nazionale pone un limite di 2 mandati alle cariche monocratiche” ha detto ieri sera Schlein, ospite a Che Tempo Che Fa, rispondendo a una domanda su un possibile terzo mandato per Vincenzo De Luca. “Il Pd pensa che quel limite sia equilibrato”, ha aggiunto, “possono votare tutte le leggi regionali che vogliono ma questo non cambia la posizione del Pd che non sosterrà i presidenti uscenti per un terzo mandato”.
“Le regole valgono per tutti”, ha detto ancora Schlein, “se qualcuno non è abituato perché prima funzionava diversamente adesso è bene che si abitui al cambiamento perchè io sono stata eletta per fare questo”.

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