Era necessario poter contare su dirigenti compiacenti. Se, al contrario, a guidare i settori del Comune c’erano persone non disposte ad assecondare le sue richieste, il meccanismo si sarebbe inceppato, proprio come stava per accadere quando il vertice dell’area tecnica era stato affidato a Ulderico Di Bello. Le istanze da assecondare sarebbero quelle dell’ex sindaco Biagio Lusini, ritenuto il dominus politico di Teverola (almeno fino al 2023), sebbene formalmente relegato al ruolo di consigliere di opposizione durante l’amministrazione diretta da Tommaso Barbato. E il meccanismo che, sempre Lusini, non voleva far bloccare è quello che avrebbe visto la macchina comunale piegarsi ai suoi disegni imprenditoriali, spazzando via, quando necessario, ogni tipo di regola a colpi di mazzette.
Per evitare che questo ipotizzato sistema di malaffare si paralizzasse, Lusini si sarebbe attivato per far arrivare alla guida del ufficio Tecnico (settore nevralgico per il raggiungimento dei suoi obiettivi) l’ingegnere Alessandro Pisani, figlio di Teresa La Palomenta, compagna di Gennaro Pitocchi (tecnico di fiducia proprio dell’ex primo cittadino). E, ritiene l’accusa, ci sarebbe riuscito con la complicità dell’allora sindaco Tommaso Barbato, di Massimiliano Schiavone, responsabile dell’area Finanze (messo alla porta dal nuovo sindaco Gennaro Caserta a fine ottobre), degli assessori Crescenzo Salve e Biagio Pezzella, e del consigliere Pasquale De Floris.
Secondo i pm Patrizia Dongiacomo e Cesare Sirignano, titolari dell’indagine che ha scosso la politica teverolese, Lusini convinse l’amministrazione Barbato a predisporre un bando per la nomina del responsabile dell’ufficio Tecnico che, in realtà, aveva già un vincitore designato: Pisani. Per quale ragione proprio lui? Perché una volta ottenuto il ruolo, avrebbe garantito l’esecuzione di progetti cari a Lusini, tra cui interventi nel cimitero, la creazione di un nuovo parco pubblico e le opere di urbanizzazione primaria in via Milano, area in cui il consigliere De Floris, tramite la sua società, la D.F. Costruzioni, stava sviluppando un complesso immobiliare e per la quale era necessaria l’approvazione di una delibera per le opere di urbanizzazione.
Le delibere per i progetti furono effettivamente approvate dalla giunta comunale il 7 dicembre 2022, dopo una riunione convocata dal sindaco Barbato. Lo stesso giorno vennero pubblicate e, successivamente, chi fino a quel momento aveva diretto l’area Tecnica, ovvero Nicolino Botti, si dimise. Il 19 dicembre fu pubblicato il bando agognato da Lusini per la nomina del nuovo responsabile. E, come previsto, l’incarico andò a Pisani il 31 dicembre. Quest’ultimo, nella stessa giornata, approvò tre determine riguardanti i lavori di rifacimento stradale in via Milano, i viali del cimitero comunale e la riqualificazione ambientale con la creazione di un parco urbano.
L’attività investigativa dei carabinieri di Aversa ha fatto emergere come Lusini aveva cercato di accelerare i tempi per la nomina di Pisani con l’obiettivo di garantire che il budget per i progetti fosse confermato nell’esercizio finanziario del 2023. Per fare questo si attivò personalmente per sollecitare la pubblicazione dell’avviso per dare l’incarico a Pisani. Il bando fu così strutturato con scadenze brevi, assicurando che tutto si concludesse entro l’anno solare, sebbene la tempistica fosse stata contrastata da Pezzella, che avrebbe preferito, almeno inizialmente, un candidato alternativo, tale Di Luise (è ciò che emerge, annotano i carabinieri, dalle intercettazioni tra Lusini e De Floris).
Altra conversazione che, a detta degli inquirenti, dimostra l’interessamento e il coinvolgimento nella nomina di Pisani da parte di Lusini è datata 17 dicembre 2022. L’ex sindaco viene ascoltato dai carabinieri chiedere rassicurazioni a Crescenzo Salve riguardo alla firma della delibera per scegliere il nuovo capo dell’area Tecnica. Sebbene alcuni assessori avessero obiettato sulla riduzione del termine per la presentazione delle domande da parte degli aspiranti dirigenti a 10 giorni (contro i 15 previsti), il cambiamento non ostacolò il piano: il termine cadde comunque entro l’anno solare, come richiesto dall’ex sinda