Corruzione in Municipio. Spunta una mazzetta da 15mila euro per il Parco Iris. Arrivano i primi effetti dell’indagine: tre consiglieri si dimettono

La tesi della Procura di Napoli Nord: l’avrebbe consegnata Lusini a Barbato e Buonpane. La frase choc dell’ex sindaco intercettata: “Ti sei preso i soldi e ancora non mi hai dato la concessione. La prossima volta ti taglio la testa”

TEVEROLA – Quindicimila euro: è la presunta mazzetta che, secondo la Procura di Napoli Nord, Tommaso Barbato e Pasquale Buonpane, quando erano rispettivamente sindaco e assessore, avrebbero intascato, nell’estate del 2021, per far rilasciare da Davide Vargas, al tempo responsabile dell’ufficio Tecnico, il permesso a costruire in favore di Pasquale Schiavone, proprietario dei terreni in località ‘Madama Vincenza’, dove era in progetto l’edificazione di quello che sarà chiamato ‘Parco Iris’. Quei permessi, ritenuti illegittimi, ha ricostruito l’accusa, venivano poi volturati alla ditta Delfi, amministrata da Angelo Morra, i cui soci erano i figli (non indagati) di Biagio Lusini, ex sindaco e in quel periodo consigliere di minoranza (nel 2019 si era candidato alla guida di una civica sfidando proprio Barbato nella corsa alla fascia tricolore). E sarebbe stato Lusini, affermano gli inquirenti, a dare i 15mila euro, consegnatigli da Schiavone, a sindaco e assessore. Insomma, avrebbe fatto da intermediario della ipotizzata mazzetta.

Secondo la Procura di Napoli Nord hanno avuto un ruolo importante in quella che ritiene una vicenda corruttiva pure l’ingegnere Gennaro Pitocchi, in qualità di tecnico privato, persona fidata di Lusini e in rapporti con la Delfi (è stato pure direttore dei lavori per realizzare gli appartamenti), e Pasquale De Floris, consigliere comunale..

Uno degli ingressi del parco Iris

Vargas, sostiene la Procura, aderendo a questo supposto sistema di illeciti amministrativi, avrebbe beneficiato di lavori di ristrutturazione a prezzo di costo presso l’abitazione della compagna, situata a Napoli, da parte della società di De Floris, la D.F. Costruzioni, che poi si è occupata del cantiere, dice l’accusa, del Parco Iris. Se i carabinieri sostengono che Lusini è stato intermediario di mazzette per gli amministratori Barbato e Buonpane è soprattutto per delle conversazioni intercettate, nel corso delle quali ha fatto riferimenti al denaro. Una delle più esemplificative è quella registrata nel novembre 2022: “Ti sei preso 15mila euro – dice Lusini – e ancora non mi devi dare le concessioni. La prossima volta che vengo ti taglio la testa. Ti prendo con la mazza e ti rimango morto a terra a te e quell’altro scemo”. Non è da escludere, però, che solo queste captazioni possano apparire deboli per provare la dazione di denaro ipotizzata dall’accusa..
Questo spaccato è stato tracciato dai carabinieri del gruppo di Aversa e messo nero su bianco nell’inchiesta, coordinata dai pm Cesare Sirignano e Patrizia Dongiacomo, che ha coinvolto complessivamente 15 persone, tra ex amministratori e consiglieri in carica, costruttori e tecnici, tutte, logicamente, da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. Per sette di loro, la Procura ha chiesto gli arresti domiciliari, misura su cui si esprimerà il giudice Daniele Grunieri del Tribunale di Napoli Nord dopo che li avrà interrogati la prossima settimana.

A rischiare la misura cautelare sono l’ex primo cittadino Barbato, De Floris, attuale capogruppo di maggioranza, Pasquale Buonpane, assessore, come detto, al tempo di Barbato, ma adesso esponente della minoranza, Biagio Lusini, ex sindaco, Angelo Morra, costruttore, Davide Vargas, ex-dirigente dell’Urbanistica di Teverola e già assessore a Trentola Ducenta, e Pasquale Schiavone, 80enne di Teverola. Nell’elenco degli inquisiti figurano pure il tecnico Nicolino Botti, 75enne del salernitano, Teresa La Palomenta, 61enne di Caserta, Giovanni Miniero, 56enne di Aversa, Alessandro Pisan l’ingegnerei, 35enne di Aversa, Gennaro Pitocchi, 66enne di Aversa, Crescenzo Salve, 57enne, Massimiliano Schiavone, 55enne di Gricignano d’Aversa, e Biagio Pezzella, 59enne di Aversa.

Tre consiglieri indagati si dimettono. Caserta: “Atto di responsabilità”

Ieri sera è emerso il primo effetto sull’arena politica locale dell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, volta a far luce sulle presunte vicende corruttive che, secondo l’accusa, avrebbero coinvolto parte dell’amministrazione guidata da Tommaso Barbato dal 2019 al 2023. Qual è l’effetto? Le dimissioni proprio di Barbato, di Pasquale De Floris e di Pasquale Buonpane. Tutti indagati per corruzione, i primi due, fino a poche ore fa, esponenti della maggioranza diretta dal sindaco Gennaro Caserta, e l’altro consigliere di minoranza (a giugno si era candidato a sostegno di Alfonso Fattore, leader di Teverola Sostenibile)
La decisione arriva pochi giorni prima dell’interrogatorio che affronteranno davanti al gip Daniele Grunieri, il giudice che dovrà decidere sulla richiesta di arresti domiciliari avanzata dai pm Cesare Sirignano e Patrizia Dongiacomo. Le dimissioni sono state accolte positivamente dal gruppo Teverola Futura, la formazione con cui erano stati eletti lo scorso giugno. In una nota, il gruppo ha dichiarato: “Hanno agito con grande senso di responsabilità verso la comunità, scegliendo di farsi da parte per affrontare con serenità la vicenda giudiziaria, permettendo alla squadra di governo di proseguire il proprio lavoro senza rallentamenti. Il gruppo li ringrazia per l’importante contributo offerto nei mesi scorsi e per il loro impegno costante verso il bene di Teverola.”

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