Thomas Cook, al via il rientro dei turisti: manager sotto accusa

Il fallimento è comunque finito sotto la lente delle autorità. Il governo di Londra ha annunciato un'indagine sulla bancarotta

Thomas Cook (Photo by Tolga Akmen / AFP)

MILANO – Mentre le autorità britanniche avviano il maxi-rientro dei turisti bloccati ai quattro capi del mondo, i vertici di Thomas Cook, che ieri ha annunciato un drammatico fallimento, finiscono sotto accusa con il governo britannico che ha annunciato l’apertura di un’inchiesta. A far discutere e a scatenare polemiche gli stipendi e i bonus ricevuti dai manager, malgrado le difficoltà in cui versava la società.

Al via il rientro dei turisti

Su circa 600.000 turisti in vacanza in tutto il mondo la British Civil Aviation Authority ha annunciato di aver riportato oltre 15 mila persone nel Regno Unito. Ovvero il 10% di coloro che erano in vacanza con il tour operator al momento del suo fallimento. Oltre 60 voli hanno permesso a questi turisti sparsi in tutto il mondo, in particolare nelle regioni del Mediterraneo, di tornare in sicurezza.

Il fallimento del tour operator

Il fallimento è comunque finito sotto la lente delle autorità. Il governo di Londra ha annunciato un’indagine sulla bancarotta di un tour operator fortemente indebitato che paga anni di gestione rischiosa. Un portavoce del fondo Giove, che era azionista della società ha riferito di aver “ripetutamente invitato il management di Thomas Cook negli ultimi 18 mesi a proporre soluzioni in grado di superare la difficile situazione. Compresa la potenziale vendita della compagnia”.

Cosa prevede la direttiva europea

Sulla questione si stanno muovendo anche le associazioni consumatori di tutta Europa. In Italia il Codacons ricorda che anche in caso di fallimento del tour operator i turisti sono pienamente tutelati e hanno diritto al rimborso integrale di quanto pagato per i pacchetti vacanza acquistati. Allo stesso modo, chi si trova già in viaggio al momento del fallimento ha diritto al rientro immediato in patria. Nonché al pagamento di vitto e alloggio prima del rimpatrio. E questo sulla base di una direttiva europea entrata in vigore dal 1 luglio dello scorso anno.

(AWE/LaPresse/di Paolo Tavella)

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