Milano, 20 nov. (LaPresse) – La prospettata realizzazione della rete unica attraverso la fusione delle infrastrutture di Telecom Italia con quelle di Open Fiber “dovrà essere condotta attraverso modalità sostenibili socialmente. Dunque tutelando le competenze e le professionalità rappresentate dal capitale umano. Questo valore inestimabile di Telecom Italia e quindi scongiurare esuberi anche nell’ampio indotto del settore Ict”. Così Asati, che rappresenta circa 8.800 piccoli azionisti Tim, tra cui 6.800 dipendenti. Ciò in una lettera al ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, a cui chiedono un tavolo sulla eventuale fusione.
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Secondo Asati, “dopo la creazione di una nuova società, Netco, nella quale far confluire l’intera rete di accesso di Telecom Italia che dovrà mantenerne il controllo. Perciò potrebbe essere collocata in borsa una parte e al tempo stesso avviare un ‘tavolo di lavoro’. A cui partecipino primariamente Enel, Open Fiber e Cdp e che miri a pervenire a una Rete di accesso unica nel Paese”. “Si verificherebbe, altrimenti, uno spreco di ingenti risorse del Paese e al tempo stesso non si ottimizzerebbero le possibilità. Queste possono essere ottenute dalla rete oggi gestita da Tim con soluzione miste di rame e fibra (con la tecnologia VDSL2 e ancor più con quella EVDSL). Con la quale si è coperto l’80% delle famiglie Italiane e che costituisce un bene prezioso del Paese da non dissipare con decisioni improvvide o affrettate”, sostiene ancora Asati.