MILANO – “I candidati di Vivendi non sono sostenibili”. Lo si legge in una presentazione diffusa da Elliott Advisors in vista dell’assemblea di Tim fissata per il prossimo 29 marzo. “Dopo aver presieduto anni di cattiva governance e distruzione di valore in Telecom Italia, Vivendi sta cercando di riconquistare il controllo della società”, recita ancora il documento. La società statunitense si dice convinta che ora “il cda della società abbia la giusta composizione”. E l’azienda stessa “abbia raggiunto più risultati nei suoi primi 100 giorni sotto il nuovo ceo di quanti il precedente ceo ne abbia raggiunti in oltre un anno”.
“E’ tempo per Tim e per il suo cda indipendente di essere liberi di implementare la propria solida strategia. E’ tempo per Tim di fornire valore sostenibile agli azionisti. E’ tempo per Tim, nelle parole del nuovo ceo, di diventare ‘una azienda normale'”, si legge ancora nel documento. Che in quest’ultimo passaggio fa riferimento a una dichiarazione recentemente rilasciata da Luigi Gubitosi al Financial Times. Secondo Elliott, che ha creato anche un nuovo sito web per dare accesso ai contenuti inseriti nella presentazione, nella quale vengono contrapposte “stabilità e creazione di valore da una parte” e “il controllo di Vivendi” dall’altra.
“Gli azionisti hanno già visto quello che succede quando Bolloré e Vivendi controllano Tim. Nessuno vuole un secondo round”, si legge in un altro passaggio del documento. Per cui “gli interessi di Vivendi in Telecom Italia sono in disaccordo con gli altri azionisti”. In questo senso, prosegue la presentazione, “crediamo che Vivendi, in sé un business molto complicato, stia venendo gestita a beneficio di Bolloré. Se tornasse sotto il controllo di Vivendi, Tim diventerebbe solo un’altra pedina in questo impero”.
(LaPresse)