MILANO – A poco più di due settimane dalla resa dei conti tra Elliott e Vivendi nell’assemblea fissata per il prossimo 29 marzo, quando andrà al voto la proposta francese di sostituire cinque consiglieri di amministrazione provenienti dalla lista presentata a suo tempo dal fondo americano, il cda di Tim vota a maggioranza un documento per “ristabilire un corretto quadro informativo”.
Il testo, diffuso dalla società al termine della riunione del board tenutasi a Roma, muove da due premesse. “Questo consiglio non è l’espressione di un singolo socio”. E “questo consiglio non condivide le valutazioni critiche espresse dal collegio sindacale” nella relazione dello scorso 8 marzo – per andare ad affrontare diversi temi. A partire dal processo di impairment e la svalutazione da 2 miliardi di euro dell’avviamento nel resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2018 da una parte. E i motivi alla base della revoca delle deleghe al consigliere Amos Genish dall’altra.
Sul primo fronte, il cda afferma di “aver agito nell’unico modo possibile. Ossia rettificando la posta dell’avviamento sulla base delle informazioni all’epoca disponibili”. Parlando della svalutazione come di “un atto dovuto” e sottolineando come la relativa delibera sia stata assunta col voto favorevole di tutti i consiglieri presenti. Compreso Amos Genish, al quale le deleghe – si legge sempre nel documento – sono state tolte in seguito a “una progressiva perdita di fiducia” nelle sue capacità. Di “fronteggiare efficacemente le condizioni di mercato”. Anche in questo caso, il cda parla quindi di un “atto doveroso e necessario” preso in circostanze di urgenza. Che hanno portato alla decisione di convocare la riunione dello stesso consiglio con preavviso di dodici ore. Come previsto dallo statuto per situazioni di questo tipo.
Votato a maggioranza un documento per “ristabilire un corretto quadro informativo”
La nomina del nuovo amministratore delegato Luigi Gubitosi – rispetto al cui operato il consiglio “riafferma piena fiducia”, così come fa nei confronti del presidente Fulvio Conti – è quindi avvenuta “in corsa” e “in circostanze traumatiche”, ricostruisce il documento. Attraverso un processo decisionale che va comunque definito “pienamente conforme alla disciplina vigente e alle regole di autodisciplina che la società si è data”. Tra gli altri punti toccati, quello relativo al comunicato stampa del 17 gennaio scorso. Nel quale la società ha comunicato al mercato che i risultati 2018 si annunciavano inferiori alle attese, definito “un atto dovuto per legge e non procrastinabile”. Mentre rassicurazioni arrivano rispetto alla collegialità delle decisioni prese. E al fatto che le hanno assunte “nel solo interesse della società e senza che possa ravvisarsi alcuna situazione di conflitto di interessi”.
Sempre in vista dell’assemblea di fine mese, si segnala intanto la pubblicazione di un rapporto da parte di Glass Lewis. Il terzo proxy a consigliare ai soci di Tim di votare contro la proposta di Vivendi di sostituire i cinque consiglieri provenienti dalla lista di Elliott. “Dal nostro punto di vista, Vivendi ha illustrato una questione di cambiamento decisamente incompleta. Con argomentazioni che si basano molto più su accuse speciose, rivelazioni parziali e prospettive autoassolutoriedi fatti oggettivi”, si legge nel documento. A fornire indicazioni nello stesso senso erano già stati anche l’italiano Frontis Governance e il francese Iss.
Marco Valsecchi (LaPresse)