MILANO – Sale la tensione, si susseguono i contatti e le schermaglie. Si fa sempre più serrato il braccio di ferro tra Vivendi e il fondo statunitense Elliott, nel weekend decisivo in vista del Cda di Tim, che lunedì dovrà decidere sulla richiesta dei francesi di un’assemblea per nominare i revisori e sostituire cinque consiglieri.
Tim, continua il braccio di ferro tra Elliott e Vivendi
Il socio transalpino insiste che venga convocata entro il 15 febbraio e chiede la testa di Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Dante Roscini e Paolo Giannotti, che vorrebbe sostituire con i propri candidati, Franco Bernabè, Gabriele Galateri, Rob van der Valk, Flavia Mazzarella e Francesco Vatalaro. “Qualsiasi ulteriore ritardo nella convocazione”, ha avvertito un portavoce di Vivendi, “sarebbe imbarazzante per la società e per il presidente del Cda”.
L’assemblea potrebbe essere posticipata, Elliott temporeggia
Il consiglio potrebbe accogliere la richiesta di Vivendi, ma facendo slittare in avanti la data rispetto ai desiderata del socio. Elliott punta a prendere tempo convocando un’unica assise a marzo, anticipando quella già prevista in aprile, con all’ordine del giorno anche l’approvazione del bilancio. In questo modo arriverebbe al confronto con gli azionisti avendo pronto il piano industriale, a cui sta lavorando il nuovo a.d. Luigi Gubitosi, e con un quadro più definito sul futuro della rete. Inoltre, in un’assemblea generale per l’approvazione dei conti, che in genere ha maggiore partecipazione, sarebbe più difficile per Vivendi far valere il proprio 24% per far saltare i cinque membri del board.
Il presidente Conti respinge le accuse
Per frenare il pressing dei francesi, venerdì è intervenuto con decisione il presidente del gruppo, Fulvio Conti, chiamato in causa in prima persona dalle accuse del socio di maggioranza relativa. Il manager ha respinto le accuse e ricordato che il suo lavoro è quello di garantire “gli interessi di tutti gli azionisti, e rispettando l’azionista con il 24%, non posso trascurare di tenere in considerazione il restante 76%”. Conti ha ribadito che la convocazione dell’assemblea sarà deliberata “in totale autonomia, rispettando il Codice Civile che prevede, entro 30 giorni dalla richiesta, la convocazione di un’assemblea”.
Borsa, Telecom in ribasso a Piazza Affari
La partita rischia di spostarsi sul piano legale e lo scontro potrebbe essere solo agli inizi. I francesi, secondo molti osservatori, cercano una ‘vendetta’ dopo aver perso il controllo del board in primavera. Da qui la volontà di alzare il livello del conflitto e le accuse ripetute al management, con il rischio però di incrinare i rapporti con il governo. Roma infatti non vede di buon occhio un comportamento tanto aggressivo da parte del gruppo di Vincent Bolloré. Intanto a pagare il prezzo più alto è il titolo di Telecom, sceso in Borsa da oltre 0,80 euro a 0,50 euro da maggio.
(AWE/Lapresse/di Simone Gorla)