Tim verso il nuovo ad, spunta il nome di Luis Miguel Gilpérez

Il titolo dell'azienda, intanto, vive una giornata rosea a Piazza Affari, dove guadagna un netto 1,90% portandosi a 0,52 euro. Questo nonostante S&P Global Ratings abbia comunicato il taglio dell'outlook sulla società

MILANO (AWE/LaPresse) – Interrogato a margine di un evento milanese su chi preferirebbe alla guida di Tim tra Alfredo Altavilla e Luigi Gubitosi, considerati in pole position per la poltrona che dovrebbe essere assegnata nel corso del cda di domenica 18 novembre, il ministro dello Sviluppo economico e vice premier Luigi Di Maio professa equidistanza.

Il governo non esprime preferenze

“Non c’è nessuna preferenza sui nomi. Saremo laici. Chiunque sarà scelto sarà l’amministratore delegato con cui interloquiremo”. Lo assicura il capo politico del Movimento 5 Stelle. La domanda dei cronisti si riferiva ai due nomi forti dell’ex capo dell’area Emea di Fiat Chrysler Automobiles e dell’attuale commissario straordinario di Alitalia.

Spunta il nome di Luis Miguel Gilpérez

Secondo la stampa iberica, però, ci sarebbe anche un terzo nome nella “short list” sulla quale ci concentrerà il board dell’azienda di telecomunicazioni. Quello di Luis Miguel Gilpérez, ex presidente di Telefónica España, citato da El Economista.

Le disposizioni dei sindacati

Ma c’è anche chi non ritiene sia il caso di procedere direttamente con la nomina. “E’ forse opportuno confermare la reggenza del presidente e aprire rapidamente un confronto con tutti gli attori. Sotto la regia del governo e con al centro l’interesse superiore del Paese, capace di indicare finalmente una prospettiva di consolidamento e di crescita che tuteli innanzitutto l’occupazione”. Lo suggeriscono i segretari di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, rilevando che il lungo conflitto tra i maggiori azionisti di Tim, culminato con la rimozione dell’ad, conferma una condizione di profonda instabilità nell’assetto proprietario. Che da tempo è uno dei mali oscuri che stanno affossando la società.

Pertanto, affermano, “qualsivoglia soluzione deve partire dallo scioglimento di questo nodo. Non serve un nuovo ad appeso alle carte bollate o agli umori di qualche azionista in possesso dello zero virgola del capitale”.

La Tim verso il nuovo ad dopo la sfiducia a Genish

Il titolo dell’azienda, intanto, vive una giornata rosea a Piazza Affari, dove guadagna un netto 1,90% portandosi a 0,52 euro. Questo nonostante S&P Global Ratings abbia comunicato il taglio dell’outlook sulla società a “stabile” dal precedente “positivo”. Osservando tra l’altro come le dimissioni di Amos Genish vadano a generare “incertezza rispetto all’aderenza della società al piano strategico triennale. Al regolare funzionamento del suo board e alla continuità del futuro management”.

Il giudizio di S&P, va detto, rimane comunque “BB+” e i rilievi sono anche positivi, nel momento in cui gli esperti parlano di una “performance operativa resiliente” nel terzo trimestre e osservano come la società abbia assorbito meglio di altri player l’ingresso in Italia di Iliad.

Dl Fisco, integrazione tra le reti Tim e Open Fiber

Novità, infine, sul fronte parlamentare: è stato depositato in Commissione Finanze del Senato un emendamento al Dl Fisco che norma l’integrazione tra le reti di Tim e Open Fiber. La proposta di modifica al decreto, firmata dal senatore pentastellato Emiliano Fenu, “è volta a favorire lo sviluppo di investimenti in infrastrutture di rete a banda ultralarga” e nel suo testo vengono sottolineate “le possibili inefficienze derivanti dalla eventuale duplicazione di investimenti in infrastrutture nuove e avanzate a banda ultralarga”.

di Marco Valsecchi

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