Tokyo 2020, Carapaz sorprende Van Aert e Pogacar. Pubblico sugli spalti

Un podio nobilissimo, una grande festa per l'Ecuador. Sul Monte Fuji svetta il 'piccolo' Richard Carapaz, che si prende l'oro olimpico nella prova in linea di ciclismo battendo nell'unico modo possibile due campioni come Wout Van Aert e Tadej Pogacar, i favoriti della vigilia

Foto Marco Alpozzi / LaPresse

TORINO – Un podio nobilissimo, una grande festa per l’Ecuador. Sul Monte Fuji svetta il ‘piccolo’ Richard Carapaz, che si prende l’oro olimpico nella prova in linea di ciclismo battendo nell’unico modo possibile due campioni come Wout Van Aert e Tadej Pogacar, i favoriti della vigilia. Giocando d’anticipo, con un attacco coraggioso e senza paura, al termine di una corsa tiratissima, di oltre 230 km con 5000 metri di dislivello. “Una gara di sopravvivenza”, l’ha definita Gianni Moscon, membro della pattuglia azzurra che ha corso in maniera intelligente ma non è riuscita a fare risultato. Nel momento clou della corsa, con il gruppo dei migliori all’inseguimento dello scatenato Carapaz e dello statunitense Brandon McNulty, Alberto Bettiol – il più brillante dell’Italbici – è stato vittima di crampi. Perdendo il treno delle medaglie a 20 km dall’arrivo e chiudendo con un 14° posto che lascia più di un rimpianto. Più indietro Vincenzo Nibali, che ha animato la gara con un tentativo (non riuscito) da lontano con l’astro nascente Remco Evenepoel.

L’assolo di Carapaz, accolto al traguardo sul circuito utilizzato in passato dalla Formula1 da circa 10000 spettatori (la prova olimpica di ciclismo si è svolta nella prefettura di Shizuoka, che ha aperto l’impianto al pubblico locale) è destinato a entrare nella storia dell’Ecuador, che festeggia la terza medaglia olimpica in assoluto dopo la doppietta di Jefferson Perez, oro nella marcia ad Atlanta 1996 e argento a Pechino 2008. “E’ un momento incredibile, che le parole non possono descrivere”, ha raccontato lo scalatore dell’Ineos Grenadiers, che è partito con McNulty ai meno 25 per poi staccare l’americano sull’ultimo strappo di giornata, a 6 km dall’arrivo e con oltre sei ore di bicicletta nelle gambe. Wout Van Aert ha regolato il gruppetto dei migliori, giunto a oltre un minuto dal vincitore, conquistando l’argento, mentre Tadej Pogacar, dominatore del Tour de France, si è preso il bronzo. “Sapevamo in anticipo che sarebbe stato difficile – ha ammesso il fuoriclasse belga – Carapaz è stato molto forte, ha meritato la vittoria”. Insieme a lui c’è tutto un paese che fa festa.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome