MILANO – Con la cerimonia inaugurale allo Stadio Nazionale di Tokyo, costruito per l’occasione, si aprono domani i Giochi della XXXII Olimpiade. Il via alle 13, ore italiane.
Un’apertura che, complice l’assenza di pubblico per prevenire la diffusione delle infezioni, si svolgerà in mezzo al ‘vuoto’. Il ricordo delle tribune affollate al Maracanà per la cerimonia di Rio 2016 è lontano: a Tokyo saranno presenti sugli spalti appena un migliaio di persone. Ci sarà l’imperatore Naruhito, non la moglie, l’imperatrice Masako. Ridotta anche la presenza di capi di stato e di governo: tra gli invitati eccellenti la first lady americana Jill Biden e il presidente francese Emmanuel Macron, rappresentante del paese che ospiterà i Giochi del 2024. Per l’Italia è volata a Tokyo la sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali.
A guastare la vigilia di uno degli eventi tradizionalmente più visti al mondo, la bufera che ha investito il direttore artistico della cerimonia, Kentaro Kobayashi, licenziato dal comitato organizzatore.
Anche se ufficialmente si parla di dimissioni. Motivazione della cacciata una battuta, ‘Giochiamo all’Olocausto’, che Kobayashi ha usato durante uno spettacolo comico nel 1998. Il regista è un ex membro del popolare duo comico Rahmens e conosciuto all’estero per serie comiche tra cui ‘The Japanese Tradition’. “Abbiamo scoperto che il signor Kobayashi, nella sua stessa esibizione, ha usato una frase per ridicolizzare una tragedia storica”, ha dichiarato Seiko Hashimoto, presidente del comitato. “Ci scusiamo profondamente per aver causato un tale problema il giorno prima della cerimonia di apertura e per aver causato problemi e preoccupazioni a molte parti coinvolte, nonché alle persone a Tokyo e nel resto del Paese”. E’ solo l’ultima di una serie di gaffe che hanno segnato il tribolato cammino di avvicinamento a Tokyo 2020. Pochi giorni fa a lasciare è stato Keigo Oyamada, compositore di uno dei temi musicali della cerimonia di apertura, dopo che è riemersa una sua intervista degli anni Novanta nella quale ammetteva di aver praticato bullismo. Lo scorso marzo, il direttore creativo Hiroshi Sasaki ha rassegnato le dimissioni dopo aver chiamato una nota comica ‘maiale olimpico’.
Tornando alla cerimonia, le norme Covid segneranno anche la sfilata degli atleti, che sarà più lenta e durerà più del solito. Le varie delegazioni dovranno infatti mantenere le distanze e ovviamente gli atleti indossare la mascherina. Ad aprire la sfilata, come da tradizione, la Grecia. Seguita dal team dei rifugiati: tra i coach c’è anche il nostro Niccolò Campriani, olimpionico del tiro, ora stella in ascesa dentro al Cio. L’Italia, in divisa bianca Armani e guidata dai portabandiera Elia Viviani e Jessica Rossi, sfilerà per 18/a, dopo Israele e prima di Iran e Iraq: l’ordine usato è infatti quello dell’alfabeto giapponese. In chiusura, i padroni di casa del Giappone.
Prima di loro, novità, ci saranno Francia e Stati Uniti che ospiteranno i Giochi nel 2024 a Parigi e 2028 a Los Angeles. Uno schema che sarà riprodotto anche alle prossime Olimpiadi invernali del 2022, dove l’Italia quindi sfilerà per penultima per Milano-Cortina nel 2026. E nelle cerimonia di domani l’Italia avrà un motivo di orgoglio in più per la presenza di Paola Egonu nel gruppo degli otto personaggi che porteranno la bandiera olimpica. Seguendo lo slogan ‘Uniti dall’emozione’, in scena andranno gli elementi della cultura nipponica. L’obiettivo è regalare momenti di grande spettacolo, ma il clima di malcontento e timore che si respira a Tokyo e nel resto del paese continua ad aleggiare. Significativa la scelta di ‘depurare’ il discorso di Naruhito, che dichiarerà aperti i Giochi, da termini che rischiano di stonare con il momento, come ‘festa’ e ‘celebrare’.
Di Attilio Celeghini