ROMA – Varcato il confine che sembrava “impossibile”, ora il futuro dei Giochi di Tokyo slittato al prossimo anno è ancora tutto da scrivere. Il posticipo al 2021 annunciato ieri dal Cio, ora impone una data certa sulla quale iniziare a programmare e ripartire e al momento si va avanti solo con alcune ipotesi e qualche azzardo. Il mese di tempo che domenica scorsa il Comitato Internazionale Olimpico si era dato per trovare una soluzione verrà adesso speso per valutare le scelte e dove collocare l’edizione sfrattata dei Giochi, già entrata nella storia: unica condizione non sforare oltre l’estate e dunque valutare anche l’idea che i cinque cerchi possano sbocciare in primavera.
Scenario suggestivo e non trascurabile e non da escludere del tutto anche se in verità poco solido e concreto visto anche come si sono mosse già le federazioni internazionali che hanno subito mostrato evidenti segni di flessibilità a partire dal nuoto e dall’atletica, comunicando di essere aperti ad un cambiamento di calendario dei loro rispettivi campionati mondiali che il prossimo anno sono previsti proprio per il mese di agosto.
“Serviranno adesso sacrifici e compromessi da parte di tutte le parti. Restiamo molto fiduciosi sul successo di questi Giochi Olimpici di Tokyo 2020”, ha dichiarato nel day after il presidente del CIO, Thomas Bach, sottolineando ancora una volta che la decisione del rinvio è stata presa per il diffondersi del virus in ogni parte del mondo, dall’Africa all’Oceania, uno ‘tsunami’ che di fatto ha chiuso ogni strada alternativa possibile.
“Siamo pronti a discutere diversi scenari futuri e ci impegneremo per individuare quelli ideali. C’è una task force che lavora da metà febbraio”, ha aggiunto con forza facendo intendere nelle prossime settimane una serie di incontri e vertici tra governo locale, comitato organizzatore, singoli comitati nazionali e federazioni internazionali per trovare una linea comune su cui agire. Ma nel suo discorso che apre di fatto una nuova pagina per Tokyo e per la storia stessa dei Giochi, Bach ha tenuto a precisare che “le conseguenze finanziarie di questa scelta non sono una priorità al momento” (anche se incideranno non poco sulle tasche dei contribuenti giapponesi) e che il parere dell’Oms è stato determinante nel traslocare tutta la macchina organizzativa all’anno successivo. E la stessa organizzazione dell’Onu ha oggi ringraziato per la scelta dolorosa fatta.
“Dal premier Abe e i membri delle Olimpiadi è stato compiuto questo sacrificio per proteggere la salute di atleti, spettatori e funzionari. Attendiamo con impazienza le Olimpiadi e le Paralimpiadi del prossimo anno, che speriamo possano avere una celebrazione più grande”, sono state le parole del direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus. Lo stesso bach aveva sottolineato che “era molto chiaro fin dall’inizio che la cancellazione non era qualcosa che il Cio avrebbe in alcun modo favorito”, chiarendo ancora una volta che alla fine è stato il coronavirus a dettare l’agenda, E molto probabilmente sarà ancora il Covid-19 a segnare le scelte future. “Tutte le opzioni sono sul tavolo, nessuna è esclusa”, ha annunciato sapendo che tutto passa dalla durata e l’espansione mondiale del virus.
In pole c’è quella più ovvia e fattibile, ovvero di ridisegnare il tutto al 2021, nei tempi e nei modalità, da un’estate all’altra. Non a caso la fiaccola arrivata tre giorni fa da Atene resterà per un anno a Tokyo, e servirà da monito per far “avverare i sogni olimpici degli atleti”. Ma per tenere la torcia sempre accesa, simbolo di quella luce che risplenderà dal tunnel una volta usciti dall’incubo coronavirus, Bach è ora chiamato a ricomporre un puzzle assai complesso. Nonostante le rassicurazioni della prima ora proprio la questione dei contraccolpi finanziari inciderà nei prossimi mesi sulle scelte.
“Il tema non è stato ancora affrontato con il Governo giapponese” ma è questione di tempo. “Al momento si tratta di proteggere molte vite umane, non solo quelle degli atleti, ma anche dei dirigenti e degli addetti ai lavori”, ha aggiunto Bach che in questa fase tiene soprattutto a lanciare un pensiero proprio ai protagonisti rimasti senza Giochi. “Potete essere certi di poter realizzare il vostro sogno olimpico”, ha assicurato. Per farlo però ora tutti, non solo gli atleti ma soprattutto le federazioni e gli organizzatori dovranno rinunciare a qualcosa. I nuovi Giochi sono iniziati. (LaPresse)