MILANO – A consegnare il primo oro all’Italia ai Giochi è il taekwondo, grazie a un ragazzo di 20 anni che non ha mai smesso di inseguire i suoi sogni. Da Mesagne a Tokyo Vito Dell’Aquila, classe 2000, anno in cui la disciplina ha esordito nel programma olimpico di Sydney, è arrivato alla gloria a cinque cerchi restando il ragazzo di sempre: serio, riservato, determinato. A Makuhari la cavalcata realizzata dall’azzurro, in gara nella categoria 58 kg e partito senza i favori del pronostico, è stata semplicemente strepitosa. Il culmine lo ha toccato nella finale per l’oro, con Dell’Aquila che si è trovato davanti al tunisino Mohamed Khalil Jenboudi, che sembrava davvero in giornata di grazia. L’ultimo atto si è messo in salita per il pugliese, che però nella difficoltà non si è mai scomposto. Nell’ultimo round, con l’avversario avanti 10-8, l’azzurro ha centrato il sorpasso decisivo con otto punti in meno di 50 secondi. Con il colpo che è valso il trionfo a sei secondi dalla fine. Il 16-12 finale è valso a Dell’Aquila un oro da urlo, il secondo per il taekwondo italiano ai Giochi dopo quello di Carlo Molfetta a Londra 2012.
A Tokyo il suo cammino è partito superando il campione d’Europa in carica, l’ungherese Salim 26-13, agli ottavi. Poi l’azzurro ha battuto il tailandese Sawekwiharee 37-17, aprendosi la strada verso la semifinale in cui ha sconfitto l’argentino Guzman 29-10. Jenboudi, invece, si era sbarazzato del russo Artamonov e del coreano Jang, numero uno del ranking. Il trionfo olimpico permette a Dell’Acqua di impreziosire una bacheca in cui trovano posto anche un oro e un bronzo europeo (2019 e 2018) e un bronzo mondiale (2017). Al termine della finale Dell’Acqua ha espresso tutta la sua gioia. “Sono fiero di essere il primo medagliato italiano nato negli anni 2000, spero che possano arrivarne delle altre”, ha spiegato. “Dopo tutto quello che l’Italia ha passato con il Covid, i Maneskin hanno vinto l’Eurovision, l’Italia di Mancini l’Europeo e ora io. E’ un onore”. “E’ stato un anno molto duro, specie dal punto di vista personale a causa del Covid. Sembrava che tutto andasse storto. Nel 2021 mi sono ritrovato, mentalmente sono tornate me stesso e immaginavo che i Giochi potessero andare bene ora direi che è andata più che bene”, ha aggiunto.
Anche Molfetta è originario di Masagne, cittadina di poco più di 20mila abitanti: “Il nostro segreto? Abbiamo Roberto Baglivo, un maestro speciale, due campioni olimpici nella stessa palestra non è un caso, poi la grinta di noi del Sud. Vengo da una famiglia umile che mi ha insegnato a lottare per i miei sogni”. E sulla finale, ha commentato: “Penso di essere stato anche fortunato, l’incontro poteva anche girare in suo favore. Ad assistere alla finale anche il sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali, che si è subito congratulata con l’azzurro: “Mi auguro che sia la prima di tante medaglie. Complimenti, bravissimo”. “Grazie campionessa, tu sei abituata a vincere medaglie…”, le parole di un emozionato Dell’Aquila. Mentre negli stessi momenti, in Italia, esplodeva la festa all’esterno della palestra New Martial di Mesagne: una folla di amici e tifosi si è radunata fuori dall’impianto. “Sono molto soddisfatta”, si è limitata a dire la madre dell’atleta, che ha festeggiato con il resto della famiglia esibendo una bandiera tricolore. Anche il sindaco di Mesagne, ormai capitale mondiale del taekwondo, Toni Matarelli, ha celebrato l’azzurro su Facebook: “Che gioia immensa! Vito ce l’ha fatta. Il suo e il nostro sogno si avvera”.
Di Attilio Celeghini