Tonfo e mancato saluto a Guardiola, Premier indigesta per Sarri

In bilico il futuro dell'ex allenatore del Napoli sulla panchina del Chelsea dopo la rovinosa sconfitta in casa del City (6-0)

LONDRA – Il matrimonio tra il Chelsea e Maurizio Sarri comincia a scricchiolare. Il tecnico ex Napoli sembra aver infatti perso il controllo della situazione. La squadra non lo segue più, i tifosi lo deridono e lui non è più così sereno come un tempo.

La parabola discendente nel rapporto tra Sarri e il Chelsea

Eppure l’avventura a Londra era iniziata nel migliore dei modi, con un undici capace di giocare un calcio spettacolare e di insediarsi subito nelle prime posizioni di classifica. Via via, però, qualcosa ha iniziato ad andare storto. Sia dal punto di vista dei risultati che del calcio espresso. Segnali evidenti già due settimane fa, con la sconfitta esterna per 4 a 0 sul campo del modesto Bournemouth. Poi l’arrivo di Higuain che sembrava aver risolto tutti i problemi dando nuova linfa vitale all’intera squadra. Ieri, però, è arrivata la sconfitta nel big match contro il Manchester City che ha il sapore amaro di una sentenza. I tifosi, l’ambiente, non hanno preso bene quanto accaduto, dirigenti e presidente dei blues si sono chiusi in un silenzio che fa paura.

Il mancato saluto a Guardiola e lo spettro dell’esonero

Lui, Sarri, è uscito dal campo senza neanche salutare il suo amico Guardiola. Si sarebbe poi giustificato dicendo che aveva solo voglia di entrare negli spogliatoi e che non aveva visto il collega. Una versione che non convince, testimonianza piuttosto del nervosismo di chi sa che la sua poltrona non è più così solida: “Non temo l’esonero – ha detto il tecnico – Dovete chiedere alla società, anche se so che il mio lavoro è sempre a rischio. Non ho visto il mio calcio, abbiamo bisogno di capire il motivo. Qualcosa è cambiato ma non si tratta di una mancanza di motivazione. Eravamo molto concentrati, ma abbiamo concesso il primo gol in maniera stupida dopo quattro minuti”. Rifletterà Sarri, così come la società. Dall’Inghilterra, intanto, le voci su un possibile esonero sono sempre più insistenti.

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