Armando Siri non sapeva neppure che Danilo Toninelli fosse ministro ai Trasporti. La gaffe è datata. Era l’estate del 2018. “Ma Toninelli non è ministro”, disse il leghista a Tagadà, la trasmissione di La7. Dopo l’imbarazzo, le scuse: “Mi sono confuso!”. Ed ora proprio quel ministro ‘ignoto’ al sottosegretario gli ha tolto le deleghe. Sarà il karma.
“Alla luce delle indagini delle procure di Roma e Palermo, con il coinvolgimento della Direzione investigativa antimafia di Trapani, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli ha disposto il ritiro delle deleghe al sottosegretario Armando Siri, in attesa che la vicenda giudiziaria assuma contorni di maggiore chiarezza. Secondo il Ministro, una inchiesta per corruzione impone infatti in queste ore massima attenzione e cautela”. Sono le parole usate dal Dicastero per comunicare ufficialmente la revoca delle deleghe a Siri.
Ma la decisione del grillino non smuove il leghista: “Non ho fatto niente di male: non ho ragioni per dimettermi”. E a dargli supporto c’è il partito e il suo leader, Matteo Salvini: “Ho fiducia in lui”.
L’inchiesta che ha coinvolto Siri (indagato per corruzione) rappresenta l’ennesima frattura nell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Da un lato il Carroccio che accusa i 5 Stelle di “giustizialismo” ad intermittenza, dall’altro il Movimento che tira in ballo, ad un passo dal voto per le europee, la questione morale.