NAPOLI – Concorso esterno in associazione camorristica, il clan Di Lauro nello specifico, contrabbando di sigarette e l’acquisto di trentamila chili di tabacco grezzo da trasformare poi in ‘bionde’ da mettere sul mercato. Con queste accuse sono finiti in manette il cantante neomelodico Tony Colombo e sua moglie Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino, ucciso in un agguato a Terracina nel 2012. Per anni hanno fatto parlare di loro per il loro matrimonio decisamente eccessivo celebrato tra le vie del centro di Napoli tra carrozze, giocolieri e applausi al Maschio Angioino, con tanto di flash mob la sera prima in piazza Plebiscito. Ora per loro si sono aperte le porte del carcere con accuse gravissime. I due secondo la Procura avrebbero dato un contributo consapevole agli affari della cosca di via Cupa dell’Arco, un gruppo criminale storico che aveva deciso di entrare in affari imprenditoriali, abbandonando parzialmente la via della violenza. Soldi per fare altri soldi. E in questo contesto ‘Tony e Tina’ avrebbero fornito “un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo, diretto ad esplicare un’effettiva rilevanza, come condizione necessaria per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative dell’associazione”. Secondo le accuse anche la casa discografica di Colombo sarebbe stata utilizzata come punti di riferimento per incontri riservati tra Vincenzo Di Lauro, il boss indicato come riferimento della svolta da ‘società per azioni’ del clan, con altri punti di riferimento del mondo della camorra. L’Antimafia, il cui impianto investigativo è stato in larga parte valutato positivamente da parte del Giudice per le indagini preliminari, ha rilevato che i coniugi avrebbero finanziato “le iniziative economiche legali” del clan Di Lauro, investendo nel campo della commercializzazione di abbigliamento e di prodotti alimentari e di bibite anche con marchi propri e partecipando alla realizzazione di una fabbrica abusiva ad Acerra per produrre fino a 400 casse di sigarette illegali. Reati con l’aggravante mafiosa, a Colombo viene contestata anche la recidiva semplice. Un quadro accusatorio grave. I collaboratori di giustizia ricostruiscono anche i rapporti difficili tra il cantante e la famiglia di Tina Rispoli. Secondo Salvatore Tamburrino, ex braccio destro di Marco Di Lauro, venne picchiato dai fratelli Rispoli, poi Gennaro Casaburi, il cognato di Vincenzo Rispoli, avrebbe sparato contro la sede della casa discografica (la House Colombo Dreams) del cantante, accusato dai parenti della moglie di essere ‘finanziato’ da lei nelle sue attività. Un altro collaboratore di giustizia ha raccontato che Tony Colombo si è esibito nonostante un braccio ingessato al matrimonio di un altro pezzo da novanta della camorra napoletana, Antonio Mennetta. Storie nere. Nerissime. Che con la musica non hanno a che fare. Con la malavita organizzata dell’area nord, secondo quanto emerge, invece sì.
Il matrimonio trash e la ribalta sfruttata dal boss Di Lauro
NAPOLI (giupalm) – La musica è arte, non crimine. Le canzoni possono piacere e non piacere, possono essere incantevoli o meno, ma non sono, a meno di espliciti riferimenti al malcostume, strumento del male. E questo vale anche per i neomelodici. Il crimine contestato a Tony Colombo dall’Antimafia non sono le sue canzoni ma altri comportamenti. Quelli sì, se confermati, gravi. Il cantante palermitano, 37 anni, ora è in carcere. E la sua carriera cominciata praticamente trent’anni fa potrebbe essere al capolinea. Una parabola che lo ha portato ad esibirsi in diverse località d’Europa, anche al Forum di Assago. Nel 2002 arrivò in semifinale all’accademia della canzone di Sanremo, nel 2007 venne premiato quale ‘miglior cantante neomelodico’, nel 2008 e 2009 in concerto a Palermo, nel 2010 a Napoli. L’anno della firma del suo primo contratto discografico con la Warner Music Italy. Nel 2014 ha partecipato al talent show della Rai, ‘Ballando con le stelle’ e l’anno ha fatto il tutto esaurito al Palapartenope, affiancato da Belen Rodriguez. Nel 2020 l’annuncio del ritiro, in realtà non verificatosi. In questi giorni avrebbe dovuto esibirsi a Milano e a dicembre sarebbe dovuto tornare al Palapartenope. Non accadrà, evidentemente, salvo clamorosi colpi di scena. Il picco di celebrità in occasione del matrimonio con Tina Rispoli. La carrozza ad accompagnare la sposa fino al Maschio Angioino, il flash mob della sera prima in piazza Plebiscito, una cerimonia sfarzosa e carica di elementi trash le cui immagini hanno fatto il giro d’Italia. Mille polemiche e multe da pagare. E Tony e Tina sono finiti nei salotti mediatici più importanti d’Italia. Una notorietà che Vincenzo Di Lauro avrebbe provato a utilizzare per migliorare gli affari della cosca. Ora per lui niente più palchi e dischi ma le porte del carcere aperte e accuse pesanti da cui difendersi. Con elementi forti a corredo della decisione di arrestarlo, come la disperazione emersa dalle chat dopo il sequestro dell’opificio di Acerra. “Abbiamo perso tutto”. “Sei coinvolto anche tu?” “E cert”. Inutile discutere della musica. C’è molto di più.
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