Torino, 17 oggetti in avorio messi all’asta: sequestri e denunce

Alcuni giorni fa i carabinieri di Torino, delle specialità Forestali-Nucleo Cites e Tutela patrimonio culturale, hanno eseguito un accertamento sulla detenzione e vendita di opere d’arte e oggetti realizzati con parti di animali o piante in via di estinzione, detenuti illegalmente da una nota casa d’aste torinese

Foto LaPresse

TORINO – Alcuni giorni fa i carabinieri di Torino, delle specialità Forestali-Nucleo Cites e Tutela patrimonio culturale, durante attività finalizzate al contrasto del commercio illecito di oggetti in avorio, hanno eseguito un accertamento sulla detenzione e vendita di opere d’arte e oggetti realizzati con parti di animali o piante in via di estinzione, detenuti illegalmente da una nota casa d’aste torinese. Sono stati sequestrati 17 oggetti realizzati in avorio o con parti in avorio, tra cui un pregiatissimo manufatto denominato Coppa da Libagione ricavato dal corno di rinoceronte, altri costituiti con parti di tartaruga marina appartenente e legno di Palissandro, tutti sprovvisti di idonea documentazione alla detenzione e alla vendita. (Sono ricompresi nell’Appendice I della Cites perché specie particolarmente protette). I carabinieri hanno denunciato il legale rappresentante della casa d’asta, i proprietari delle opere, responsabili di aver stipulato mandati a vendere con la casa d’asta, e i compratori degli oggetti risultati venduti.

(LaPresse)

Dai successivi accertamenti è inoltre emerso che la Coppa da Libagione, finemente scolpita e intagliata, era stata venduta in asta elettronica a un cittadino di nazionalità cinese, per 45mila euro ed era pronta per essere spedita non appena ottenuto l’attestato di libera circolazione che la casa d’aste aveva richiesto presso l’Ufficio esportazioni di Torino. Ogni anno, scrivono i carabinieri, si stima che siano uccisi più di 20mila elefanti per via delle loro zanne, così come non si ferma la strage per il commercio dei corni di rinoceronte, per il quale vengono uccisi una media di tre esemplari ogni giorno. La convenzione Washington, stipulata nel 1973, nasce allo scopo di regolamentare il commercio internazionale di animali e piante in via di estinzione, il cui traffico illegale si stima, produce un volume di affari mondiale annuo superiore ai 23 miliardi di dollari l’anno, il quarto traffico illegale più grosso al mondo dopo droga, armi e tratta di esseri umani, spesso collegato alle attività di gruppi di criminali o terroristici. È importante notare, concludono i militari, come oggi l’uccisione dei rinoceronti non sia riconducibile a gesti di bracconieri isolati, ma sia un vero e proprio business condotto da organizzazioni criminali transnazionali che cooperano con i paesi consumatori del corno dell’animale come Cina, Malesia, Singapore, Vietnam e Giappone.

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