MILANO – “Forse” se fosse stata assolta in primo grado, avrebbe potuto ricandidarsi, ma “è difficile dirlo adesso”. A parlare, in una intervista a La Stampa, è Chiara Appendino, ex sindaca di Torino, assolta dalla Corte d’Appello torinese nell’ambito del processo Ream.
“Di sicuro con quella macchia non potevo farlo. Del resto la mia vicenda ha contribuito, forse perché riguardava la sindaca di una grande città, a far luce sulla situazione di tanti amministratori che ricoprono ruoli di responsabilità, e si assumono rischi, fuori da ogni ragionevolezza – afferma – Da canti di loro, e dal mondo politico in modo trasversale, in questi mesi sono arrivati moltissimi messaggi di solidarietà e vicinanza. Mi hanno scritto anche gli ultimi tre sindaci di Torino”. Stefano Lo Russo, invece, attuale primo cittadino, “no”. “Probabilmente ha prevalso l’imbarazzo”.
“Il Movimento mi ha sempre dimostrato totale vicinanza, non mi ha mai lasciata sola”, assicura. E “da ieri” non è più autosospesa: “Per il nostro codice etico la questione è superata”.
“Sostenere il governo non vuoi dire essere acritici e rinunciare ai propri valori o a porre condizioni. Le nostre idee vanno rispettate e i nostri numeri fatti pesare”, sottolinea.
(LaPresse)