Torino, 24 mar. (LaPresse) – Venivano assunte come ragazze immagine nei locali e nei club e poi venivano fatte prostituire. La squadra mobile di Torino ha smantellato un giro di prostituzione di giovani e giovanissime gestito da quattro persone, già note alle forze dell’ordine, che si occupavano di procacciare i clienti. Devono rispondere di sfruttamento della prostituzione, anche minorile. Trai Indagate nella stessa inchiesta, nome in codice “Tacco 12”, altre quattro persone tra cui Mario Gianatta, il figlio 36enne dell’imprenditore Roberto Gianatta, a capo della Bluetec, azienda del gruppo piemontese del settore automotive Metec Sola. Pesanti, da quanto riporta il ‘Corriere della Sera’, le accuse che il pm di Torino Fabiola D’Errico ha mosso a suo carico. Il 36enne avrebbe fatto sesso con delle squillo minorenni, conosciute nel corso delle sue notti brave torinesi. Il prezzo per un rapporto in un locale “ordinario” costava 100 euro, 250 euro era la tariffa per il “solo guardare”, mentre saliva a 600 euro il costo di un intero pomeriggio di sesso con il giovane imprenditore e altri clienti vip.
Ai vertici dell’organizzazione c’era Enrico Marchesi, detto “The King”, che selezionava le ragazze, quasi tutte trai 15 e i 17 anni con qualche “fuori quota” diciottenne. É finito in carcere insieme a Felice Iammola e Angela Tuffariello, gestori di locali, che avrebbero organizzato festini a sfondo sessuale anche in night club frequentati da scambisti. Ai domiciliari, invece, è finita una quarta persona, ma la sua posizione sarebbe meno grave. Indagati anche i clienti, per ora quattro, che avrebbero fatto sesso a pagamento con le ragazzine. Tra loro c’è anche Mario Gianatta, che era già finito sotto inchiesta nel 2015, quando nel parco della villa di famiglia, all’interno della Mandria di Venaria, aveva ospitato due cuccioli di puma. In tribunale, il 36enne si era giustificato dicendo che riteneva fossero “due bei micioni”.
Sempre nella villa di famiglia, secondo la squadra mobile, Gianatta Jr avrebbe portato le escort. Il compito di organizzare gli incontri, da quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, sarebbe stato affidato a Vincenzo Lillo (dipendente del giovane imprenditore anche lui indagato) che doveva anche curare “gli spostamenti delle minorenni” procurate dall’organizzazione. Lillo, secondo la Procura, aveva anche il compito di capire e interpretare i “gusti di Gianatta” in fatto di donne. Una terza persona, Ignazio D’Angelo, poi, “eseguiva i trasporti con un taxi”. Il prezzo della corsa dal centro di Torino a Venaria era di 450 euro. Decisamente troppo per un tragitto di pochi chilometri.
Nessun dubbio, poi, sul fatto che i clienti sapessero che le ragazze non avevano ancora compiuto 18 anni. “I documenti venivano falsificati – ha fatto mettere a verbale un testimone – ma Marchesi sapeva benissimo quanti anni avevano”