ROMA – Torna in Italia il piccolo Alvin, rapito e portato in Siria dalla madre. Dopo quasi 6 anni potrà finalmente riabbracciare il padre. La madre alleatasi con l’Isis sarebbe morta in una esplosione.
Il rapimento
Era il 17 dicembre del 2014 quando da Barzago, in provincia di Lecco, del piccolo che allora aveva solo sei anni si persero completamente le tracce. La madre, Valbona Berisha, 35enne, lasciato il marito Afrimm Berisha, muratore, aveva deciso di arruolarsi nell’Isis. Era in Italia dal 2000 era diventata estremista islamica. Il marito, aveva subito denunciato la scomparsa e più volte era andato in Siria a cercare lei e il piccolo, oltre alle altre due figlie, che avevano all’epoca 10 e 11 anni.
Le indagini
Valbona Berisha, stando alle indagini aveva preso contatti con terroristi islamico dell’Isiss per poi recarsi a Al Bab, una località ad una quarantina di chilometri da Aleppo grazie anche al sostegno di un foreign fighter albanese, morto nel 2015, che le avrebbe anche fornito il biglietto aereo per Berisha e per il figlio. Secondo le indagini la donna avrebbe fatto arruolare anche il figlio obbligandolo poi a frequentare un campo di addestramento per imparare la lotta corpo a corpo e l’uso delle armi. Oltre all’addestramento militare, la madre avrebbe addirittura cambiato nome al piccolo in Yusuf e lo avrebbe fatto anche circoncidere.
Il procedimento
Nei confronti della donna pende un procedimento per terrorismo internazionale, sequestro di persona e sottrazione di minori. Il Ros, il pool antiterrorismo milanese di Alberto Nobili e il pm Alessandro Gobbis erano impegnati nelle ricerche.
Il rientro
Grazie al lavoro dello Scip della Polizia e del Ros dei carabinieri, il piccolo Alvim può rientrare in Italia partendo dall’ambasciata italiana a Beirut, in Libano. In questi anni ha vissuto nel campo profughi di Al Hol in Siria.