Avevano pescato pesci spada ben al di sotto della taglia consentita: in alcuni casi pesci di un chilogrammo, a fonte degli 11,4 minuti previsti per la pesca dalla normativa europea. Per questo la Direzione marittima di Livorno, che ha coordinato una operazione di vigilanza e controllo mirata alla tutela del patrimonio ittico, durante attività di verifica in mare a Livorno e a Viareggio, ha sequestrato intere partite di pescato. A bordo di unità da pesca sia professionali che da diporto, i militari hanno rinvenuto numerosi esemplari risultati inferiori alla taglia minima consentita dalla legge europea. Ben 16 i pesci spada sottomisura (di cui è fatto assoluto divieto di pesca, detenzione e commercio), occultati nelle stive di un locale peschereccio e pronti per essere consegnati in qualche ristorante o pescheria compiacente. Il più piccolo pesava 1 chilo scarso rispetto agli 11,4 minimi previsti dalla normativa europea. Gli ispettori della Guardia Costiera di Viareggio, in provincia di Lucca, hanno sottoposto a sequestro amministrativo l’intera partita di circa 50 chili che è stata poi donata in beneficienza.
Altri 120 chili di prodotti ittici, tra cui circa 40 di pesce spada, sono stati sottoposti a sequestro amministrativo a Scarlino, in provincia di Livorno, dove il titolare di un punto di vendita all’ingrosso non è stato in grado di fornire alle autorità di controllo la prevista documentazione attestante la provenienza del pescato. A Carrara e Viareggio, invece, i comandanti di 4 pescherecci sono stati sanzionati per aver omesso la registrazione delle catture di pesce spada e di effettuare la prenotifica di sbarco (il preavviso di arrivo in porto da comunicare, per legge, alla Autorità marittima). L’omissione, senz’altro finalizzata ad eludere i controlli da parte del personale della Capitaneria all’atto dell’ingresso dei pescherecci in porto, ha portato ad elevare, nei confronti dei responsabili degli illeciti, pesanti sanzioni amministrative per un ammontare complessivo di circa 10.000 euro.
(LaPresse)