Toscana, Rossi: “Senza i fondi dell’Ue saremmo più deboli”

I fondi europei che arrivano alla regione sono l'equivalente dello 0,2 per cento del Pil regionale. Ma grazie gli imprenditori, numerosi, che ne hanno colto l'opportunità e grazie anche al cofinanziamento di Stato e Regione sono un volano importante di sviluppo

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse In foto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi

FIRENZE (LaPresse) “Senza Europa diventeremmo una Toscanina e l’Italia un’Italietta”. Il presidente della Toscana Enrico Rossi, mentre si sofferma con i giornalisti all’interno del laboratorio Certema di Cinigiano, va dritto al punto.

Il presidente Rossi sottolinea l’importanza dell’Europa

“Senza Europa probabilmente saremmo andati in Slovenia” racconta un imprenditore che sta per lanciare una nuova attività legata alla lavorazione delle alghe. Senza Europa, hanno ripetuto stamani durante le varie tappe grossetane del viaggio di Rossi, non ci sarebbe stato il caseificio sociale di Manciano o le eleganti e innovative cantine, con tanto di spazio espositivo, dei Vignaioli del Morellino di Scansano.

I fondi europei che arrivano in Toscana sono l’equivalente dello 0,2 per cento del Pil regionale. Ma grazie gli imprenditori, numerosi, che ne hanno colto l’opportunità e grazie anche al cofinanziamento di Stato e Regione sono un volano importante di sviluppo.

I fondi europei in Toscana

“Senza Europa certi interventi non si sarebbero né concepiti né fatti” ripete Rossi. Lo ha fatto più volte durante la mattina e il pomeriggio. Con lui il capogruppo e consigliere regionale Leonardo Marras. “I fondi europei portano innovazione” dice il presidente. Innovazione che si lega all’agroalimentare e che si coniuga a volte con la salvaguardia di una certa tradizione, come nel caso dei vini con il ‘governo all’uso toscano’ del Morellino.

Innovazione che porta lavoro ed ulteriori investimenti. E che in altri casi spazia dai microscopi per analisi chimiche agli spettrometri per satelliti o alla stampa in 3D dei laboratori di Certema, che sono nati grazie ai contributi pubblici ma che oggi si reggono sulle proprie gambe e sulle commesse che arrivano dal territorio e non solo: un po’ service, un po’ ricerca applicata e un po’ strumento di trasferimento tecnologico.

Il ruolo imprescindibile dell’Europa

“Ma l’Europa – si sofferma Rossi – non è e non può essere solo la somma di risorse distribuite sui territori. Quando si comincia a ragionare solo in termini di “quanto do e quanto prendo” si fa un conto demenziale, da distratti, e ci si dimentica invece dei vantaggi che allo sviluppo di una regione o di una nazione arrivano dai numeri e dall’esser parte di un mercato unico europeo.

“E poi – conclude – l’Europa è anche elaborazione: elaborazione di pensieri e di programmi, penso all’impulso che dall’Europa è arrivato ad esempio sull’economia circolare. Elaborazioni, purtroppo, da cui l’Italia troppe volte è un po’ lontana”.

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