Traffico di rifiuti con la Bulgaria, spuntano clan dei Casalesi e Carlo Savoia

SANT’ARPINO – Le province di Caserta e Napoli hanno rappresentato il suo principale campo d’azione: qui, l’imprenditore Carlo Savoia, grazie alla rete di conoscenze del suo sodale, l’avvocato Pasquale Vitale, e alla complicità di politici e dipendenti pubblici, sarebbe riuscito a mettere le mani illegalmente, sostiene la Procura, su diversi appalti per il servizio della raccolta rifiuti. E indagando sulle gare che l’uomo d’affari con la propria cricca avrebbe turbato, i militari del Comando carabinieri per la Tutela ambientale si sono scontrati con un traffico illecito di rifiuti che collega Italia e Bulgaria. E in questo ipotizzato business internazionale avrebbero avuto un ruolo anche Savoia e il clan dei Casalesi.

Le attività finora condotte dai poliziotti della Squadra mobile di Caserta dicono che il punto d’arrivo di questa tratta è il porto di Burgas. I rifiuti che approdano sulla costa occidentale del Mar Nero sarebbero prodotti in Campania e imbarcati nella laziale Gaeta. Il trasporto, stando alla tesi degli investigatori, avviene con documenti di accompagnamento falsi. Tra le società che hanno contribuito a muovere la spazzatura verso est c’è pure la Xeco Enginnering&Enviromente di Carlo Savoia. I poliziotti inoltre sostengono che il santarpinese già da diversi anni aveva stretto rapporti con altri uomini d’affari che avevano come riferimenti per gli ipotizzati traffici in Bulgaria un suo amico ingegnere.

A segnalare l’esistenza del traffico anche la Digos di Avellino, che il 15 maggio 2020 aveva effettuato un sequestro di containers presso il porto di Salerno: vennero apposti sigilli ad oltre 500 tonnellate di rifiuti destinati alla Bulgaria che provenivano da un impianto di un imprenditore irpino.

L’inchiesta sull’ipotizzato traffico illecito di rifiuti è ancora in corso e i prossimi mesi saranno decisivi per il suo destino: potrà consolidarsi o sgonfiarsi.

Savoia (ora ai domiciliari) è stato arrestato lo scorso 21 dicembre insieme a Gennaro Cardone, 48enne di Napoli, Marcello Iovino, 69enne di Casaluce, dirigente comunale in pensione, Giuseppe D’Auria, 66enne, in servizio presso il Municipio di Caserta, Antonio Raiano 53enne, e Igino Faiella, 64enne, rispettivamente sindaco e comandante della polizia locale di Curti. Ai 6 la Procura contesta a vario titolo i reati di turbata libertà dei procedimenti di scelta del contraente, falsità in atti pubblici, in particolare di verbali nomina di commissioni giudicatrici di gare, ed attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti. Vitale è indagato a piede libero. Nel collegio difensivo gli avvocati Gennaro Iannotti, Raffaele Costanzo, Alfonso Quarto, Alberto Martucci e Francesco Cappiello. Ieri il Riesame ha annullato il provvedimento cautelare per Iovino e D’Auria.

Rifiuti e clan dei Casalesi, Cassandra: “Graziano presentò Zagaria a Savoia”

Bandi di gara cuciti su misura. Smantellato il sistema Savoia: sei arresti e tredici…

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome