Milano, 28 nov. (AWE/LaPresse) – Sono circa 10mila i manifestanti attesi domani a Roma per la protesta degli Ncc, gli autisti delle aziende di noleggio con conducente. 80mila realtà imprenditoriali per oltre 200mila lavoratori. Chiedono la proroga dell’entrata in vigore di un decreto che definiscono letale e l’avvio di una riforma del settore attesa da almeno un decennio. Di qui l’ultimatum al Governo. A lanciarlo è Conftrasporto-Confcommercio: “Sei mesi di tempo per avviare la riforma del settore, o quello di domani potrebbe essere solo l’inizio di un nuovo braccio di ferro”. Lo assicura il vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto Paolo Uggè.
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Il quale ricorda come, di proroga in proroga, siano passati 10 anni dall’approvazione dall’articolo 29, comma 1 quater, del contestato decreto (il 207 del 2008) che obbliga gli autisti a rientrare nell’autorimessa alla fine di ogni corsa di servizio. “Una misura che decreterebbe la fine di un’intera categoria d’imprese”, spiega Uggè. Tra i punti più discutibili del decreto c’è il comma 1 quater, dove si stabilisce che un conducente in viaggio da Roma a Venezia con un cliente, alla fine del servizio non potrà riaccompagnarlo nella tratta di ritorno Venezia-Roma, ma dovrà rientrare con il mezzo ‘vuoto’ nell’autorimessa situata nel Comune che ha rilasciato l’autorizzazione, e lì attendere la prossima chiamata.