TRENTO (LaPresse) – Trento, la Finanza stronca filiera del falso online: 11 arresti e perquisizioni. La Guardia di finanza di Trento ha stroncato una filiera del falso online. Sono 11 le persone arrestate, sei in carcere e cinque ai domiciliari, 36 i denunciati e decine le perquisizioni in tutta Italia. Un vero e proprio commercio illegale di griffe contraffatte provenienti anche da Cina, Turchia e Vietnam. Nel Napoletano sono stati trovati magazzini di abiti e accessori. Tre le fabbriche clandestine sequestrate. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip del tribunale di Rovereto.
Trento, l’indagine parte nell’aprile del 2018
L’indagine nasce ad aprile 2018. A seguito di un monitoraggio della rete, le fiamme gialle hanno individuato una 51enne italiana di origini sarde, disoccupata e residente ad Arco, che sul proprio profilo online aperto sulla piattaforma Marketplace di Facebook, si faceva tramite per l’acquisto e la vendita di capi d’abbigliamento e accessori contraffatti. In svariate zone del Trentino-Alto Adige. Che venivano spediti da vari magazzini del Napoletano. Gestiti da un’associazione per delinquere con la donna era entrata in contatto.
Un prezzo dai 45 ai 65 euro per le borse contraffatte
In media il prezzo di una borsa contraffatta viaggiava dai 45 ai 65 euro. Ma con borse di maggior qualità il prezzo giungeva a circa 200 euro. Il guadagno mensile netto di tali traffici le fruttava più di 2mila euro al mese. Le indagini, condotte attraverso pedinamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno condotto in breve tempo alla ricostruzione di tutta la filiera del falso e del commercio illegale online di griffe contraffatte.
Le spedizioni avvenivano tramite internet
Dall’esame dei tabulati telefonici è emerso che la 51enne aveva stretti contatti con un 48enne di Napoli. Il quale acquistava prodotti contraffatti da varie fabbriche clandestine di Napoli. E li spediva via posta ai clienti contattati via internet, facendosi poi pagare tramite postepay. I rapporti tra i due si sono interrotti bruscamente nel giugno 2018 a seguito del rifiuto del napoletano di sostituire una borsa ‘Gucci’ contraffatta arrivata rovinata via posta alla cliente finale. Che se n’era lamentata con la 51enne. Questa si è quindi rivolta a una coppia di 40enni di Acerra. Con precedenti specifici per vendita di prodotti contraffatti. Con cui ha proseguito i propri traffici illeciti divenendone socia in affari.
La rete di acquirenti copriva l’intero territorio nazionale
La rete di acquirenti, sia privati che commercianti al dettaglio, copriva l’intero territorio nazionale. Le perquisizioni hanno interessato dieci Regioni d’Italia, in particolare, oltre a quella di Trento, le province di Milano, Bergamo, Cremona, Venezia, Vicenza, Trieste, Pordenone, Firenze, Roma, Viterbo, Napoli, Caserta, Taranto, Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia e Siracusa. In esecuzione del decreto di sequestro preventivo del gip di Rovereto sono state sequestrate migliaia di euro, sia in contanti sia su conti bancari e carte ricaricabili.
Nel corso delle 40 perquisizioni sono stati sequestrati circa 10mila tra capi di abbigliamento (giubbotti, felpe, magliette e maglioni), accessori (scarpe, cinture, borse e borsette) e marchi quali Moncler, Armani, Prada, Napapijri, Woolrich, Gucci, Fendi, Burberry, Timberland, Dolce&Gabbana, Versace, Moschino, Adidas, Luis Vuitton, Liu Jo, Puma, Nike e altri; sono anche stati sequestrati cinque finti Rolex di buona fattura, penne e bracciali contraffatti. Al termine delle operazioni sono state smantellate tre fabbriche clandestine, due a Napoli e una a Volla, dove sono stati sequestrati sei macchinari e attrezzature, tessili rotoli di pellame serigrafato, punzoni metallici e due cliché (Armani e Louis Vuitton), oltre a ventuno cellulari, due computer portatili e sette carte prepagate su cui far transitare il denaro.