ROMA – I conti italiani sono “fonte di incertezza per tutta l’Eurozona”. La pubblicazione del Def, con le incognite legate alle coperture per la prossima legge di Bilancio, non ha certo rasserenato gli animi. E il commissario europeo agli affari economici Pierre Moscovici non nasconde la sua preoccupazione. “Prenderemo le nostre decisioni sull’Italia sulla base delle nostre stime. La nostra decisione sarà il 7 maggio e dovranno tornare i conti sulla base delle nostre indicazioni”, spiega.
Il ministro Tria rassicura l’Europa
Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, si dice convinto che anche stavolta il Paese supererà l’esame di Bruxelles. “L’Italia non è un rischio globale”, dice da Washington e nel Def viene spiegato che verrà confermato il blocco dei due miliardi di spesa su cui era stata attivata una ‘clausola di salvaguardia’ a dicembre. Ma “non si tratta di una manovra aggiuntiva”. In questo modo il deficit è stimato al 2,4% del Pil ma “in termini strutturali, ovvero al netto dell’andamento ciclico e delle misure temporanee, questo risultato darebbe luogo a una variazione dell’indebitamento di solo -0,1 punti percentuali”.
Si punta sulla flessibilità della Commissione
E tenendo conto della flessibilità concordata con la Commissione per le spese straordinarie per il contrasto dei rischi idrogeologici e interventi straordinari sulle infrastrutture, nonché del livello negativo dell’output gap, il risultato di quest’anno “rientrerebbe nei limiti del Patto di Stabilità e Crescita”. Insomma, tutto a posto o quasi. Perché in autunno andranno trovati 23 miliardi di euro per scongiurare gli aumenti dell’Iva e i soldi per la flat tax. Almeno 14-15 miliardi secondo le prime stime.
Tria difende il governo, avanti con le riforme
Ma Tria è chiaro: “Vogliamo andare avanti nella riforma fiscale intrapresa quest’anno, ma questo nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica specificati nel Def”. E dunque “qualsiasi cambiamento dovrà rispettare questi obiettivi”, assicura il ministro difendendo la validità della politica economica dell’esecutivo: “E’ ovvio, anche per l’Ue, che durante un forte rallentamento non si adottano misure restrittive per l’economia, anche se non abbiamo spazio per fare politiche espansive forti”.
L’Ue ammonisce l’Italia
Una cosa è certa: “Tutti devono rispettare le regole e rispettare gli impegni presi. È una questione di credibilità e di sostenibilità”, rimarca Moscovici. Non è questione di essere duri, ha spiegato, ma “il debito deve calare”. E per farlo “servono riforme strutturali vere e credibili e misure per la crescita”. Misure che il governo assicura di aver preso nel decreto ad hoc, approvato ‘salvo intese’ la scorsa settimana e che “presto sarà pubblicato nella sua versione definitiva”, ha assicurato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Qui dovrebbero confluire le norme sui rimborsi ai risparmiatori su cui si dibatte da settimane.
L’obiettivo di Conte è tutelare i risparmiatori
“Voglio rassicurare tutti i risparmiatori”, ha detto Conte ricevendo il premio Menichella al Senato, che ci sarà una “liquidazione diretta o comunque rapida per tutti” degli indennizzi, attraverso linee guida che “saranno inserite nel decreto Crescita”. Per il premier quella trovata, – doppio binario con un rimborso automatico per il 90% dei risparmiatori e un indennizzo semiautomatico per il restante 10%, è “una soluzione anche innovativa. Ma che rimane molto solida, ben resistente al vaglio dei vincoli che abbiamo a livello europeo”.
Def, le norme previste per il settore bancario
Nel Def si parla anche del settore bancario in generale. Giovedì il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, ha ha sottolineato che “il volume degli Npl sta calando gradualmente, c’è ancora da fare ma il lavoro è iniziato e il declino è necessario per rafforzare il sistema bancario”. Nel Pnr allegato al Def si legge che “il risanamento degli istituti di credito e lo smaltimento dei prestiti in sofferenza proseguono a ritmo sostenuto” e che “la riforma delle banche popolari è in fase di attuazione, con solo marginali modifiche alla tempistica”, inserite nel decreto crescita che rinvia al 2020 l’obbligo di trasformarsi in Spa.
Il governo resta vigile
Ma Conte assicura: “Il Governo resta vigile e pronto a fare il necessario per un loro rafforzamento nell’ambito delle regole e del rispetto del mercato”. E ricorda che “l’Italia si sta battendo in sede europea per trovare una modalità per affrontare le crisi bancarie evitando una liquidazione atomistica. Lo ha fatto con successo presso la Corte di Giustizia Europea, la cui recente sentenza Tercas riapre la strada per l’uso di uno strumento nazionale nella gestione delle crisi di banche di minore dimensione”.
(AWE/LaPresse/di Antonella Scutiero)