MILANO (LaPresse) – Giovanni Tria rassicura l’Europa sulla situazione dell’economia italiana. Il primo confronto tra l’Italia e l’Europa sul fronte economico si è concluso senza inceppi. Nel suo debutto all’Ecofin, il ministro dell’Economia ha rassicurato i partner europei sulla disciplina di bilancio italiana. E ribadito la necessità di salvaguardare i conti pubblici.
Tria rassicura i partner europei
In un clima “aperto e di collaborazione” con i commissari Ue, Tria ha promesso il rispetto dell’impegno di correzione annua del deficit dello 0,3%. E interventi di riforma strutturale senza costi per il 2018. A Lussemburgo il neo ministro ha sottolineato inoltre che il percorso italiano non dipende dai vincoli dell’Ue. Ma l’Italia è un’economia aperta che si muove sui mercati finanziari globali.
L’impegno del ministro: deficit allo 0,3%
L’intenzione, quindi, è quella di restare in traiettoria sui conti pubblici. Il ministro ha spiegato che “si stanno facendo dei calcoli” per “una piccola deviazione dall’impegno, che la Commissione europea già si aspetta” e che deriverebbe dal fatto “che abbiamo preso questo impegno dello 0,3% sulla base di un quadro macroeconomico favorevole“. Se il quadro economico “si deteriora“, le direttive “cambiano” e oggi c’è “un rallentamento che non riguarda solo l’Italia, ma tutta l’Europa“. E per questo ci possono essere delle deviazioni agli impegni. Nella sostanza, ha rassicurato il ministro, “le linee economiche non cambiano“.
Incertezza sul piano politico-economico del governo
Sui dettagli delle linee economiche del neo esecutivo Lega-M5S, l’Italia non ha ancora fornito un quadro definitivo e le preoccupazioni restano. Solo ieri la direttrice dell’Fmi, Christine Lagarde, ha collegato il nervosismo dei mercati proprio all’incertezza sulle politiche economiche del Belpaese. Tria risponde a Lagarde e promette: “La chiarezza sulle politiche economiche del governo si avrà quando verrà predisposta la nota aggiuntiva al Def e si presenteranno i programmi“. Prima di quel momento e “finché non ci sono le azioni“, è ovvio, “uno può dire, ‘sono solo parole‘”, sottolinea Tria. Ma l’Italia spiega di voler rispettare le regole anche per dare un “segnale positivo” ai mercati e rafforzare la fiducia sul Paese.
Il debutto all’Ecofin
Un punto fermo della politica del nuovo ministro dell’Economia è invece il prospetto per l’anno in corso. Per il 2018 “ormai i giochi sono quasi fatti” e l’Italia si muoverà “soprattutto con interventi di riforma strutturale, che non hanno costi ma sono importantissimi per fare decollare gli investimenti pubblici“. Interventi che sembrano accordarsi con il messaggio lanciato dal vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, che invita gli Stati membri a “utilizzare questo momento economico positivo per ridurre il proprio debito pubblico. E a dare più margine di manovra a fronte di un’eventuale prossima congiuntura negativa“.
L’opinione del ministro e il dialogo con i partner europei
Il ministro Tria, nel suo primo scambio di opinioni con i commissari europei Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis, non ha discusso di “margini” necessari alle future politiche economiche del Paese, perchè “prima di parlare di margini bisogna fare delle stime e vedere se abbiamo bisogno o no di margini“. Le stime sono in corso, e intanto l’Europa apprezza il ribadire di Tria di “posizioni abbastanza note” da parte del neo ministro, posizioni “non del ministro dell’Economia, ma del governo” italiano. Non “abbiamo discusso della legge di bilancio per il prossimo anno, ma ci saranno delle fasi future di preparazione che ci daranno la possibilità di continuare queste discussioni anche con il governo italiano”, ha confermato poi Dombrovskis.
I punti di confronto con l’Europa
Tra i punti di confronto al termine dell’Ecofin di Lussemburgo, non poteva mancare il tema banche. Il governo segue “sempre con attenzione” negli “stretti limiti delle proprie competenze” i dossier aperti nel Paese sul fronte bancario, anche se “non ha intenzione di uscire dalle proprie competenze“. Secondo Tria è Mps, in particolare, a dover “seguire il suo mandato e rimanere fuori dal perimetro pubblico“. Parole che danno respiro all’istituto senese che ormai un mese fa aveva ricevuto forti scosse in Borsa per via della sua comparsa nel testo della prima bozza del contratto di governo Lega-M5S, dove si ipotizzava che diventasse una banca pubblica di servizio