Tridico difende Quota 100: “Sorpreso dalla Rgs”. Il Mef: nessun onere maggiore

Rimane da capire come evolverà la situazione: a seconda della macrostruttura della manovra si potrebbe pensare a una modifica

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse in foto Pasquale Tridico

ROMA – Da misura simbolo (della Lega) a provvedimento discusso, ma difeso con forza dal M5S. E’ un momento particolare per Quota 100, la riforma pensionistica che prevede l’uscita con 62 anni anagrafici e 38 contributivi, tra voci di rimodulazione e i rilievi della Ragioneria di Stato, che ha stimato 63 miliardi di spesa fino al 2036. Sul tema serve una difesa di peso, proprio come quello del presidente dell’Inps.

Tridico difende Quota 100

“Sinceramente sono abbastanza sorpreso di questi 63 miliardi, probabilmente si intende qualcos’altro, credo sia un dato sovrastimato”, spiega Pasquale Tridico. Un modo gentile per proteggere Quota 100, dopo che nei giorni scorsi anche la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo aveva chiuso ogni rumor: “Rimane, magari con qualche miglioramento”.

Perplessità sui costi

Tutto ruota attorno ai costi: per la Rgs potrebbero salire fino a 0,2 punti di Pil l’anno, mentre il prof Tridico la pensa molto diversamente. E lo spiega con i numeri: “Quei 63 miliardi forse escono fuori dal fatto che chi va in pensione oggi, con Quota 100, continuerà a prendere una pensione nel futuro, ma chi va in pensione oggi sarebbe uscito a 67 anni”. Ergo, è meglio soffermarsi sulle cifre attuali e su alcune tendenze significative. Primo punto: Quota 100 costerebbe 3,8 miliardi nel 2019, ma ne sono stati spesi molti di meno, perché hanno aderito 170mila persone.

La linea del Mef

“Nel 2020 costa 8 miliardi circa, e probabilmente ci sarà la stessa espansione dell’anno precedente, quindi del 50%, allora si risparmierà qualche miliardo su questi otto”, spiega il numero 1 dell’Inps. Un ragionamento sostenuto anche da una nota del Mef dove si precisa che “il valore ampiamente sovrastimato di 63 miliardi di euro risulta essere il frutto di un’elaborazione giornalistica non corretta dal punto di vista logico”.

Una riforma sostenibile?

Ecco allora che in realtà Quota 100, anzichè 20 miliardi, potrebbe avere un onere di meno di dieci miliardi per le casse dello Stato. Con questo scenario la riforma sembra sicuramente più sostenibile, anche se un monitoraggio ufficiale del tiraggio avverrà solo a metà settembre. Un check importante, perché legato a doppio filo al decreto ‘Salva conti’ approvato a fine luglio, che congelava 1,5 miliardi per scongiurare la procedura Ue. In ogni caso Tridico, a margine di un convegno del Cese e dei consulenti del lavoro a Roma, ha provato a smorzare lo scontro: “L’Inps ha avviato un’interlocuzione con la Rgs, a breve ci saranno dei dati ufficiali”.

L’ipotesi modifica

Rimane da capire come evolverà la situazione: a seconda della macrostruttura della manovra si potrebbe pensare ad una modifica di Quota 100, con la rimodulazione delle finestre di uscita, o la reintroduzione degli adeguamenti automatici all’aspettativa di vita.

(LaPresse/di Alessandro Banfo)

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