E’ caccia a petrolio e gas in Italia. I No Triv contro il governo: promesse disattese. Costa e Crippa si difendono: concessioni date da chi ci ha preceduto

Il ministro dell'Ambiente: "I permessi rilasciati in questi giorni dal ministero dello Sviluppo economico sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sí dato dal ministero dell’Ambiente del precedente governo, cioè di quella cosiddetta sinistra amica dell'ambiente"

Foto Lapresse - Alessandro Pone

ROMA – L’approccio del governo alle questione permessi per stanare gas e petrolio in Italia al Movimento No Triv non è piaciuto: i penta-leghisti, soprattutto i grillini, non avrebbero mantenuto le promesse fatte.  Ad innescare la polemica tra gli ambientalisti e l’esecutivo ci sono tre permessi di ricerca nel mar Ionio e due concessioni di coltivazione in provincia di Ravenna.

La difesa dei Cinque Stelle

Il Movimento 5 Stella ha cercato di giustificare le concessioni addossando la colpa ai predecessori: “Sono la conseguenza obbligata per legge dell’ennesima scelta assurda ereditata dal passato Governo”,ha sostenuto Davide Crippa, sottosegretario al Mise con delega all’Energia.

La posizione dei No Triv

Le sue parole non hanno convinto Enzo Di Salvatore, cofondatore del Coordinamento nazionale No Triv.

Il post di Costa

Il ministro Sergio Costa  ha organizzato un incontro con associazioni e comitati proprio per affrontare le principali tematiche ambientali. Il generale dei carabinieri forestali, inoltre, ha affrontato la questione  ‘trivelle’ con un post pubblicato sul suo contatto Facebook.

“I permessi rilasciati in questi giorni dal ministero dello Sviluppo economico sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sí dato dal ministero dell’Ambiente del precedente governo, cioè di quella cosiddetta sinistra amica dell’ambiente. Noi – ha continuato Costa – siamo il governo del cambiamento e siamo uniti nei nostri obiettivi. Siamo e resteremo contro le trivelle. Quello che potevamo bloccare abbiamo bloccato. E lavoreremo insieme per inserire nel dl Semplificazioni una norma per bloccare i 40 permessi pendenti come ha proposto il Mise”.

“Da quando sono ministro – ha continuato l’ufficiale generale – non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò. Non riporto l’Italia al Medioevo economico e ambientale. Anche se arrivasse un parere positivo della Commissione Via, non sarebbe automaticamente una autorizzazione. Voglio che sia chiaro”.

“Siamo per un’economia differente, per la tutela dei territori e per il loro ascolto. Anche per questo incontrerò personalmente i comitati Notriv di tutta Italia. Per lavorare insieme a norme partecipate, inclusive e che portino la soluzione che tutti aspettiamo da anni”.

 

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