NAPOLI – Riaperture con il freno a mano tirato per il settore degli spettacoli. Le restrizioni sono rigide, a cominciare dalla chiusura alle 22 per il coprifuoco e dal divieto di consumare alimenti e bevande nei cinema, per proseguire con il distanziamento e la capienza massima ridotta nelle sale per eventi. C’è anche chi per il momento non riprenderà l’attività: è il caso del Palapartenope. Come spiega il titolare Gennaro Manna, “visto il continuo evolversi degli eventi in questi ultimi mesi, poter riprendere l’attività di musica dal vivo mi sembra quasi un miraggio, purtroppo dobbiamo essere consapevoli che ci sono e ci saranno molte restrizioni che si protrarranno per mesi. Anche alla luce degli ultimi sviluppi legati al decreto legge del 22 aprile, la riapertura per noi non è possibile”. Anzitutto, spiega l’imprenditore, “una capienza massima al chiuso di 500 posti non ci consente di poter essere operativi, visto che molti dei concerti non potranno essere riprogrammati, in quanto per la maggior parte sono in sold out e con spettatori in piedi. Non dimentichiamo, infatti, che la capienza delle sale nell’ultimo dpcm nei luoghi chiusi non include i posti in piedi”.
“Molti dei nostri concerti – aggiunge l’imprenditore – prevedono una capienza di circa 3.300 persone sedute o di 6.000 posti in piedi. Con queste cifre è praticamente impossibile organizzare o ospitare eventi. Inoltre a maggio la stagione teatrale/concertistica nei teatri o spazi al chiuso è terminata. E allora, mi viene da riflettere e mi fermo a pensare a quando davvero la mia attività potrà riprendere. Con queste restrizioni, siamo costretti ad una lunga agonia, un percorso impervio fatto di tribolazioni, rinvii e attese”.
Manna a conclude notanodo che “per chi come noi non gode di contributi ministeriali sostanziosi, riaprire e programmare degli eventi vuol dire esporsi ad una perdita economica elevata e certa, a differenza di chi invece ha la possibilità di coprire tutte le spese compresi i cachet degli artisti grazie ai contributi ricevuti. Sono più di 50 anni che faccio questo mestiere, ci sono state mille problematiche, ma mai mi sono sentito così in difficoltà. La musica dal vivo è un elemento importante nella cultura del nostro paese e sarebbe indispensabile avere qualcuno che ci tutelasse e capisse le nostre esigenze”.
La riapertura slitta anche per il multisala Big, situato nei pressi dello svincolo autostradale di Caserta Sud. “Non ci conviene – dichiara il gestore Francesco Delli Paoli – e la nostra stessa scelta l’hanno fatta altre strutture simili. Dovremmo ripartire con ulteriori limitazioni rispetto a quando abbiamo chiuso. Anzitutto, c’è la questione del coprifuoco, che non ci permetterebbe di far iniziare l’ultimo spettacolo oltre le 19,30. E considerando che sta arrivando il periodo estivo, per una struttura come la nostra è una scelta difficile”. E poi, aggiunge Delli Paoli, in questo momento ci sono anche pochi film da proiettare: “Per avere un prodotto che possa attirare il pubblico ci vorranno almeno 5-6 settimane. Ci sono film in uscita, ma non nelle prossime settimane. I cinema riaperti in zona gialla hanno proposto titoli vecchi o già usciti sulle piattaforme televisive. Tanto è vero che il cinema Beltrade di Milano, riaperto alle 6 di stamattina (ieri per chi legge, ndr) ha proposto “Caro diario” di Moretti. Noi come multisala lavoriamo sui grandi numeri e in questo momento non c’è un prodotto che possa portarceli”. C’è poi la limitazione di non poter vendere alimentari e l’obbligo per il pubblico di indossare la mascherina per l’intera durata dello spettacolo.
Un modo per recuperare introiti potrebbe essere organizzare proiezioni all’aperto, specie per quelle strutture che, come il Big, hanno un’area scoperta di proprietà. “E’ una possibilità che potrebbe concretizzarsi – commenta Delli Paoli – ma l’abbiamo fatto già l’anno scorso e il risultato non è stato soddisfacente”.