CASERTA – Non solo medici dei pronto soccorso e avvocati. Per consentire al presunto meccanismo fraudolento di funzionare era necessario, dice l’accusa, anche chi produceva gli esami diagnostici tesi a confermare quanto affermavano, secondo l’accusa, i camici bianchi compiacenti in servizio ai pronto soccorso. Ed è qui che entrano in gioco quelli che il pm Gerardina Cozzolino ha definito “centri medici fantasma”. Si tratta di strutture, perlopiù attive solo su carta, che rilasciavano esami falsi riguardanti lesioni patite da persone diverse rispetto a quelle che falsamente dichiaravano di essere state coinvolte nei sinistri.
I carabinieri sono risaliti a tali strutture analizzando i referti presentati nelle pratiche per i sinistri. Alcuni di questi sono stati prodotti dal centro Athena: la società che la controlla ha sede legale a Qualiano ed è risultata attiva solo per circa cinque mesi, dal 20 dicembre 2017 al 14 maggio 2018, e sprovvista di qualsiasi autorizzazione per l’esercizio delle attività sanitarie. Come Athena, anche l’Istituto Fisioterapico Ortopedico (Ifo), stando agli accertamenti dei carabinieri, risultava chiuso pur producendo certificati. La società era stata ceduta nel 2013 al Centro Medico Radar, che a sua volta l’aveva concessa in comodato d’uso all’Istituto Partenopeo di Riabilitazione srl nel 2015. Il Centro Medico Radar era stato sottoposto a procedura fallimentare nel 2014.
Centro fantasma, ritiene la Procura, era anche lo Studio Dioscoride, con sede a Casoria e un’attività ambulatoriale nella frazione San Benedetto di Caserta. Analizzando le denunce dei soggetti coinvolti nei falsi incidenti, i militari hanno notato, inoltre, che molti referti di esami strumentali erano rilasciati pure dal Centro Medico Polispecialistico Albatros, con sede a Trentola Ducenta.
Alcuni dei centri fantasma, sostiene l’accusa, erano gestiti di fatto da Raffaele Giordano, detto Lello, cantante neomelodico conosciuto come Raffaele Santangelo, e dal cognato Paolo Franco. L’organizzazione avrebbe potuto contare anche su un falso fisioterapista che forniva fatture tarocche attestanti l’esecuzione di cicli di fisioterapia per corredare la richiesta risarcitoria e farla lievitare, aumentando le spese sostenute dalla vittima per rimediare ai danni causati dall’incidente (falso).
Il soggetto che si sarebbe prestato a questo, dice l’accusa, è Francesco Russo di Casal di Principe. La stanza dove aveva allestito il suo centro è stata sequestrata.