NAPOLI – Associazione per delinquere finalizzata alla sostituzione di persona, al furto aggravato e all’indebito utilizzo di carte di pagamento elettronico.
Carte di credito rubate: i nomi degli arrestati e il loro modus operandi
Questa l’accusa con la quale la polizia ha arrestato questa mattina Ciro Esposito, 51 anni, Salvatore Esposito, 22 anni, Pasquale Sacra, 39 anni, Luisa Simeoli, 39 anni, Giuseppe Ventura 44 anni e Sabatino Ruberti, 32 anni. Le indagini, partite nel luglio dello scorso anno, hanno permesso di dare un volto ad un’organizzazione criminale ben strutturata e nella quale ognuno aveva compiti ben precisi. Tutto partiva dai furti della corrispondenza, con all’interno le carte di credito, nei centri di smistamento di Poste Italiane nel Centro-Nord Italia. Successivamente entravano in azione i ‘telefonisti’ che contattavano i vari Istituti emittenti delle carte presentandosi come appartenenti alle forze dell’ordine che avevano appena sequestrato carte di credito intestate a malviventi. Da lì, poi, l’organizzazione riusciva a reperire i dati degli intestatari che venivano contattati con la scusa di problematiche relative all’attivazione del titolo. Ecco che le ignare vittime fornivano loro il codice pin delle carte aprendo di fatto alla possibilità di prelevare contanti o girare i soldi su altre carte di credito in loro possesso. Un’attività illecita studiata a tavolino che avrebbe consentito, con il furto di centinaia di carte di credito appunto, un profitto di oltre un milione di euro.
Le indagini
Le indagini della polizia postale, grazie alla preziosa collaborazione dei vari Istituti di credito e di Poste Italiane, hanno consentito di ricostruire i furti che erano stati compiuti che, ovviamente, avevano avuto importanti ripercussioni sul sistema postale vista la soppressione di numerosa corrispondenza. Ad intervenire, peraltro, sono stati anche il Compartimento Polizia Postale per l’Umbria, quello della Campania, il reparto Prevenzione Crimine di Napoli e il Commissariato di polizia di Giugliano.
Il loro prezioso lavoro ha così permesso di porre fine ad un’organizzazione che, per oltre un anno, aveva operato su tutto il territorio nazionale.