NAPOLI – Le indagini lampo da parte dei carabinieri hanno consentito ai militari dell’Arma di sgominare una banda dedita alle truffe agli anziani. Il gruppo composto da 15 indagati operava in tutta Italia. I fatti contestati sono stati commessi nell’arco del 2024. In otto sono stati spediti in carcere, altri quattro ai domiciliari. Per tre è stato disposto l’obbligo di dimora. Sono di Villaricca, Casoria, Napoli, Giugliano e Mugnano. Nel collegio difensivo anche l’avvocato Luigi Poziello. Negli ultimi otto mesi la gang ha messo a segno colpi a Lusciano, Sparanise, Casoria, Bagnoli, Napoli, Pesaro, Novara, Vomero, San Severo Marche (Marcerata), Caivano, San Giovanni Lupatoto (Verona), Avellino, Rione Traiano, Marano e Salerno. Sarebbe stato il raid messo a segno a Lusciano nel marzo del 2024 a mettere i carabinieri sulle tracce della gang. Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord e condotte dai carabinieri della compagnia di Caivano, hanno permesso di raccogliere diversi elementi indiziari nei confronti degli arrestati, in ordine alla commissione dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine, estorsioni e truffe ai danni di anziani.
Le attività investigative, svolte grazie anche all’ausilio di attività intercettive e telematiche, nonché attraverso la visualizzazione e l’analisi delle immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza, hanno consentito di risalire ad una struttura organizzata e verticistica, ramificata in tutto il nord Italia, con ampia disponibilità di mezzi, denaro contante e con il centro di comando nel nord di Napoli. Inoltre i militari dell’Arma sono riusciti a delineare una struttura criminale ben gerarchizzata individuando compiti e responsabilità dei promotori, dei centralinisti, dei procacciatori e dei trasfertisti. Gli investigatori hanno anche certificato l’esistenza di un definito sistema remunerativo tra gli associati, basato sulla suddivisione in percentuale dei proventi illeciti e sul reinvestimento di parte degli introiti in “mezzi” e “risorse” necessari per garantire la prosecuzione delle condotte delittuose tenute in Tutta Italia per un giro d’affari intorno al milione di euro mensili.
Per i raggiri impiegati anche 3 minorenni. In carcere pure il figlio di Gianni Dany
NAPOLI (aa) – Le indagini dei carabinieri culminate con i 15 arresti di ieri hanno permesso ai militari dell’Arma di constatare l’impiego di 3 minorenni, che sono stati denunciati alla Procura per i minori. Durante le fasi delle indagini di questa Procura, grazie al prezioso contributo dei Carabinieri, è stato possibile impedire numerose truffe, bloccando sul nascere 30 tentativi e permettendo l’arresto in flagranza di reato di diversi malviventi e il recupero della relativa refurtiva, per un totale di circa 200mila euro tra contanti e monili in oro e preziosi. Tra gli indagati figura anche Gennaro Giappone, 26enne di Giugliano, difeso dall’avvocato Luigi Poziello. Il giovane è il figlio di Gianni Dany e nipote di Mimmo Dany, Si tratta di due cantanti neomelodici molto conosciuti sul territorio partenopeo e delle città in provincia di Napoli. Gianni Dany e Mimmo Dany sono estranei all’inchiesta, raccontata ieri in conferenza stampa da Maria Antonietta Troncone, Procuratore del Tribunale di Napoli Nord.
“Si pensa che le truffe agli anziani siano frutto di un’attività criminale quasi artigianale – ha detto ieri Maria Antonietta Troncone – ed invece in questa indagine abbiamo scoperto l’esistenza di un gruppo molto ben organizzato, che non lasciava niente al caso, i cui capi credevano di restare impuniti, perché ritenevano che le vittime anziane non fossero in grado di riconoscere gli autori del raggiro. E vedere anziani così umiliati è stato un colpo al cuore”. “Contro questi episodi sempre più frequenti sono necessarie norme di legge più adeguate rispetto alla gravità del fenomeno”. Troncone ha evidenziato anche che grazie a questi reati, alcuni componenti dell’organizzazione si sono arricchiti. “Uno ha comprato una pizzeria nel centro di Napoli – ha continuato Maria Antonietta Troncone – un altro è titolare di numerosi immobili e durante perquisizione degli indagati abbiamo trovato somme di danaro importanti”.
Alla conferenza stampa di ieri hanno partecipato anche i pm Annamaria Lucchetta e Valeria Vinci e il comandante del Gruppo dei Carabinieri di Castello di Cisterna Paolo Leoncini. Quest’ultimo ha ha evidenziato che “in questi casi non bisogna fidarsi delle apparenze, perché nessun pubblico ufficiale od operatore di polizia si presenterà mai a casa per chiedere soldi. Occorre chiamare subito il 112, noi lo ripetiamo anche durante gli incontri periodici con gli anziani che facciamo sul territorio”.
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