WASHINGTON – Il muro col Messico non si farà. Almeno per il momento. L’ipotesi ventilata da Trump di dichiarare l’emergenza nazionale per ottenere immediatamente i fondi per la costruzione senza dover ottenere l’ok del Congresso è naufragata.
Il passo indietro di Trump
A fare dietrofront nel braccio di ferro con il Congresso è stato, forse un po’ a sorpresa, proprio il presidente statunitense. A dir la verità Trump sembrava deciso a dare un segnale forte agli Stati Uniti, anche perché rischia di perdere la faccia e la credibilità nel caso in cui non dovesse realizzare una delle opere che ha rappresentato un ‘must’ nella sua campagna elettorale. Però il braccio di ferro ha visto Trump mollare la presa e giungere a più miti consigli. “Per me sarebbe facile dichiarare l’emergenza nazionale e ottenere i fondi, ma non lo farò”, queste le parole del presidente Usa. Che poi ha aggiunto che si presenterà al Congresso per spiegare le sue ragioni e, quindi, per chiedere di finanziare il progetto. Cosa che appare assai difficile, considerando che la maggioranza è in mano ai Democratici.
Il flop della raccolta di fondi
Una mazzata sulla baldanza di Trump in merito alla questione muro arriva poi dal progetto di raccolta di fondi lanciato nello scorso mese di dicembre. L’obiettivo era arrivare a un miliardo di dollari. E’ di poche ore fa la notizia che ci si è fermati ad appena 20 milioni di dollari. Gli organizzatori della raccolta di fondi hanno inoltre annunciato che i soldi finora incassati saranno restituiti ai donatori. Nel caso in cui la raccolta di fondi fosse andata a buon fine, Trump avrebbe avuto maggiori potere perché avrebbe avuto al suo fianco l’opinione pubblica. Questo flop, invece, ha indebolito la figura del presidente: i cittadini non vedono come prioritaria la costruzione del muro e, quindi, Trump potrebbe aver deciso di ‘abbassare la cresta’.