MILANO (LaPresse) – Torna la paura nel cuore di Tunisi. Una donna kamikaze si è fatta esplodere alle 13.55 nella centralissima avenue de Bourguiba. Fra le arterie più frequentate della capitale tunisina, davanti al teatro municipale. Non sono stati registrati morti oltre all’attentatrice. Il bilancio, fornito dal ministero dell’Interno, è di nove feriti, di cui otto poliziotti e un civile, ora in ospedale. Dalle ricostruzioni, pare che la donna si sia fatta saltare in aria dopo essersi avvicinata a dei veicoli della polizia. Il tutto mentre era in corso una manifestazione.
Attentato nel cuore di Tunisi, il precedente del 2015
È il primo attentato che scuote la capitale dal 2015. L’ultimo risaliva infatti al 24 novembre di quell’anno, quando un kamikaze si fece esplodere prendendo di mira un bus della Guardia presidenziale su avenue Mohammed V, anche in quel caso in pieno centro, davanti alla ex sede del partito di Ben Ali, il Rassemblement constitutionnel démocratique (Rcd) dissolto dopo la rivoluzione del 2011.
Quell’attacco, in cui rimasero uccisi 12 agenti, era stato rivendicato dall’Isis, come pure lo erano stati i due precedenti del 2015: l’attentato del 18 marzo al museo del Bardo e quello del 26 giugno su una spiaggia di Sousse.
Il pericolo jihadista arriva dalla Libia
A marzo del 2016, poi, decine di jihadisti entrati in Tunisia dalla Libia avevano provato senza successo a prendere il controllo delle postazioni delle forze di sicurezza nella regione di Ben Guerdane, nel sud, con un attacco che aveva causato 20 morti. Tutti fatti che avevano inferto un duro colpo al turismo, importante voce di entrate nell’economia tunisina.
Dopo l’esplosione su avenue de Bourguiba diversi bar e negozi hanno chiuso i battenti e sul posto sono subito arrivati ambulanze e agenti. Il ministro dell’Interno, che si trovava in Parlamento, ha interrotto la seduta dell’Arp per recarsi nella sede del ministero, che è a poche centinaia di metri dal luogo dell’esplosione.
La donna non era schedata come estremista
La kamikaze, secondo quanto ha fatto sapere il ministero dell’Interno, non era schedata come “estremista” dai servizi di sicurezza. Una giornalista di AFP ha riferito di avere visto il corpo senza vita della donna nel luogo dell’esplosione, distesa di spalle: indossava un velo e occhiali scuri e portava il segno dell’esplosione in particolare sul fianco sinistro. Secondo fonti di polizia, la kamikaze non indossava una “cintura esplosiva” ma portava con sé una “bomba artigianale”. Almeno due gli arresti effettuati a seguito dell’attacco.
Da novembre del 2015, data dell’ultimo grande attentato a Tunisi, è rimasto in vigore in Tunisia lo stato d’emergenza, che dà alle forze dell’ordine poteri eccezionali. Il 5 ottobre scorso la presidenza tunisina ne ha annunciato un nuovo prolungamento.
di Chiara Battaglia