Singapore, 4 ago. (LaPresse/AFP) – La Turchia resta un alleato chiame della Nato nonostante le tensioni tra Ankara e Washington per la detenzione del pastore evangelico americano Andrew Brunson. Lo ha detto oggi a Singapore il segretario di Stato americano Mike Pompeo. Gli Usa “hanno tutta l’intenzione di continuare a lavorare in modo collaborativo” con la Turchia. Ha sottolineato Pompeo, precisando di avere la “speranza” di ottenere rapidi progressi nel caso Burson. Il pastore evangelico ha già trascorso più di un anno e mezzo in prigione in Turchia per le accuse “spionaggio” e “terrorismo”. Inoltre dalla scorsa settimana è agli arresti domiciliari. “E’giunto il momento che il pastore Brunson torni libero e venga autorizzato a tornare negli Stati Uniti” come tutti gli altri americani o dipendenti locali delle missioni diplomatiche degli Stati Uniti arrestati dalle autorità turche, ha ribadito. “Sono fiducioso che ciò sarà realizzato nei prossimi giorni”, ha aggiunto riferendo di aver avuto una “buona discussione” con il ministro turco. “Spero davvero che faremo progressi nei prossimi giorni e settimane”, ha aggiunto.
le priorità
Washington ha fatto della liberazione di Andrew Brunson una priorità e ha alzato i toni la settimana scorsa dopo che il pastore è sttao scarcerato. Questa settimana gli Stati Uniti hanno annunciato sanzioni contro i ministri turchi della Giustizia e dell’Interno, Süleyman Soylu e Abdulhamit Gul, per il loro presunto ruolo nel caso. Venerdì scorso, il capo della diplomazia statunitense ha ribadito il suo omologo turco la sua “determinazione” per ottenere la liberazione del pastore, ma Ankara ha respinto ancora una volta “minacce” di Washington, non chiudendo però al dialogo. Molti analisti ritengono che la Turchia sia ansiosa di non aggravare ulteriormente la situazione mentre l’annuncio delle sanzioni statunitensi ha provocato un’ondata di panico nei mercati. La lira turca ha raggiunto un minimo storico, scambiando oltre cinque a un dollaro.