Turismo, Italia mette il turbo con 23 milioni di vacanzieri in 2 mesi. Garavaglia: “Ora pensare all’ inverno”

Il turismo italiano ha messo il turbo. E tra luglio e agosto i connazionali che hanno scelto di trascorrere le vacanze nel nostro Paese hanno battuto ogni record.

Foto Massimo Paolone/LaPresse

MILANO – Il turismo italiano ha messo il turbo. E tra luglio e agosto i connazionali che hanno scelto di trascorrere le vacanze nel nostro Paese hanno battuto ogni record. Sono arrivati a quota 23 milioni in totale contro i 17 del 2020 e i 18 del 2019, l’anno prima della pandemia. Un risultato che all’inizio della stagione era del tutto inatteso. E con loro hanno trascorso le vacanze estive in Italia anche sei milioni di stranieri, molto meno rispetto alle estati pre-pandemia ma a loro volta in numero sempre più numeroso del previsto. A rilevarlo un’indagine di Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) Turismo e commercio condotta tra gli associati alla Confederazione di tutto il Paese, secondo cui il dato è stato favorito dagli effetti positivi del Green pass.

Soddisfazione del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che commenta: “Questi sono dei primi dati che certificano la sensazione abbastanza evidente un po’ quest’estate di una robusta ripresa. Quindi, in attesa di ulteriori dati di altre fonti, continuiamo a lavorare perché l’estate non è finita e, quindi, c’è un’ulteriore coda interessante nei mesi di settembre e ottobre”. A suo dire, ancora, il Green pass “è evidente che ha garantito serenità a operatori e anche a turisti. I dati parlano da soli”. E ora “quello che è più importante – continua Garavaglia – è da un lato programmare la stagione invernale, quindi fare ripartire in sicurezza gli impianti e tutta la filiera, dall’altro aprire corridoi importanti dell’outgoing, cioè Maldive, Seychelles, eccetera, perché il turismo è anche andare all’estero”.

Tornando ai dati di Cna, a essere privilegiate dai vacanzieri italiani nei due mesi clou estivi, con 15 milioni di arrivi, sono state le tradizionali strutture alberghiere mentre le strutture extra-alberghiere (in testa i campeggi) ne hanno totalizzati otto milioni.

Se gli stranieri hanno parzialmente rilanciato le città d’arte (che rimangono però ancora molto toccate dagli effetti della pandemia), sono state le località balneari a fare la differenza, complice anche il gran caldo della stagione. Il tutto esaurito – fa sapere Cna – ha segnato le spiagge da un capo all’altro dell’Italia in misura significativa grazie agli imprenditori che hanno offerto alla clientela stabilimenti all’avanguardia anche per quanto riguarda la tutela della salute. Nell’ambito del turismo balneare, quest’anno sono uscite dalla nicchia le isole minori, merito del richiamo importante di Procida prossima capitale italiana della cultura, certo, ma soprattutto – sottolinea la Confederazione – delle campagne vaccinali che le hanno rese ‘Covid free’ e in genere delle politiche attente alla sostenibilità ambientale seguite in questi ‘gioiellini’.

di Luca Rossi

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