Turista uccisa da una statuetta ai Quartieri Spagnoli. La Procura: “E’ stato un tredicenne”

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Gianfranco e Chiara Jaconis

NAPOLI – Chiuse le indagini della Procura di Napoli sulla morte di Chiara Jaconis, la turista padovana colpita a settembre da una statuetta in onice caduta da un balcone ai Quartieri Spagnoli. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il responsabile sarebbe un 13enne, probabilmente autore di altri lanci in passato. Archiviata la posizione del fratellino più grande di un anno. Così dopo quasi un anno è stata chiusa dalla Procura per i minorenni l’indagine preliminare sui due figli della coppia residente nei Quartieri Spagnoli, ritenuti già dai primi giorni coinvolti nella tragedia del 15 settembre scorso, quando una statua lanciata da un balcone aveva colpito alla testa Chiara Jaconis.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, a compiere il gesto sarebbe stato il più piccolo dei due fratelli, ritenuto però non imputabile sia per l’età — inferiore ai 14 anni — sia per una condizione di fragilità. Per il fratello maggiore, invece, la posizione è stata ufficialmente stralciata: gli inquirenti lo hanno ritenuto del tutto estraneo ai fatti. Determinanti, nella ricostruzione investigativa, le testimonianze dei vicini di casa, che avevano più volte segnalato comportamenti analoghi da parte del bambino già prima della tragedia: lanci di oggetti dal terrazzino, lo stesso da cui sarebbe precipitata la statua.

Chiuso un primo capitolo, il resto del lavoro degli inquirenti sarà infatti fondamentale per accertare cosa sia successo. Perché, partendo dalla non imputabilità del ragazzino, resta da chiarire come sia potuto succedere. La documentazione relativa al caso è ora in possesso dei legali della famiglia Jaconis. Tuttavia, la legge è chiara: un tredicenne non può essere ritenuto penalmente responsabile. Questo significa che non ci sarà una sentenza a suo carico. La questione processuale potrebbe trasmigrare in ambito civile. Chiara si trovava a Napoli per alcuni giorni con il suo fidanzato. Domenica 15 settembre, mentre passeggiava lungo via Concordia, nel cuore antico e vivace della città, una statuetta egizia, piuttosto pesante, le è caduta in testa. Si è accasciata immediatamente, priva di sensi, sotto lo sguardo disperato del compagno. Due giorni dopo, il 17 settembre, è morta in ospedale.

Le indagini della polizia partite dal racconto del ragazzo e dal sopralluogo. Poi gli agenti hanno visionato le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza. La sua era una vita in piena ascesa: aveva da poco realizzato il sogno, coltivato con grande tenacia, di lavorare nella moda internazionale. Era arrivata a Parigi, stava costruendo un futuro brillante. Quella passeggiata di settembre è stata, purtroppo, il suo ultimo passo. Gli investigatori fanno sapere che dalle indagini è emerso il profilo problematico del tredicenne coinvolto. Avrebbe già lanciato oggetti dal balcone in altre occasioni, tra cui un tablet, cuscini e altri soprammobili, ma fino a quel giorno non si erano mai verificate gravi conseguenze. Il 15 settembre, invece, avrebbe gettato due statuette pesanti dal terrazzo.

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