TUTTI I NOMI E FOTO. Truffe agli anziani, 17 arresti tra San Giorgio, S. Maria C.V. e Pomigliano

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Truffa agli anziani del 17 dicembre

NAPOLI – Una vasta operazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Genova, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, ha portato all’arresto di 21 persone appartenenti a un’organizzazione criminale con base a Napoli, specializzata in truffe agli anziani. L’operazione è scattata all’alba di ieri, con l’esecuzione di 15 misure di custodia in carcere. Altri due indagati sono stati ristretti ai domiciliari, per 4 invece disposto l’obbligo di dimora. Sono del capoluogo, Pomigliano d’Arco, Mugnano, San Giorgio a Cremano, Torre del Greco e del Casertano (Marcianise e Santa Maria Capua Vetere). Contestualmente, sono stati confiscati beni e somme di denaro. Le indagini, condotte dai militari dell’Arma e coordinate dalla Procura di Napoli, hanno permesso di ricostruire 33 episodi di truffa pluriaggravata, di cui 27 effettivamente portati a termine e 6 tentati, commessi tra maggio 2024 e gennaio 2025 in diverse regioni italiane: Campania, Calabria, Liguria, Lombardia, Lazio, Sicilia e Veneto. Il bottino complessivo delle attività illecite supererebbe i 300mila euro. Secondo quanto emerso, l’organizzazione agiva con ruoli ben definiti e un metodo consolidato: i membri contattavano gli anziani spacciandosi per carabinieri o avvocati, raccontando falsi incidenti che coinvolgevano parenti delle vittime e richiedendo denaro o gioielli per “risolvere” la situazione.

Le modalità erano sempre le stesse, sfruttando la paura e la fiducia degli anziani per ottenere ingenti somme di denaro o oggetti preziosi.
Le indagini hanno inoltre rivelato che la banda disponeva di una casa e di un B&B a Napoli, utilizzati come basi operative per le telefonate truffaldine. In supporto alle attività criminali erano coinvolti anche due orafi napoletani, uno titolare di una gioielleria a Spaccanapoli e l’altro di un esercizio abusivo al Borgo Orefici, che si occupavano di smontare, acquistare e riciclare i gioielli sottratti alle vittime. Il procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha definito gli anziani “le parti fragili della società”, sottolineando la violenza psicologica subita dalle vittime: “Le persone vivono la truffa con vergogna, è una forma di stupro morale”.

In alcuni casi, le somme sottratte raggiungevano anche 20 mila euro. Il procuratore aggiunto Paolo Filippelli ha evidenziato come la struttura criminale fosse organizzata secondo ruoli precisi: i telefonisti a Napoli contattavano le vittime, mentre i cosiddetti “trasfertisti” si recavano presso le abitazioni per ritirare contanti e gioielli. Due orafi napoletani, uno titolare di una gioielleria a Spaccanapoli e l’altro di un esercizio abusivo al Borgo Orefici, si occupavano di smontare, acquistare o riciclare i gioielli sottratti con l’inganno. La banda disponeva anche di una casa e di un B&B a Napoli, utilizzati come basi operative per le telefonate.

Il tenente colonnello Marco Alesi e il maggiore Martino Della Corte hanno ricostruito i meccanismi dell’organizzazione: linee telefoniche
sempre aperte e complicità capillare, per far sì che le vittime non potessero verificare con i familiari o le forze dell’ordine la veridicità delle storie raccontate. Un dettaglio che testimonia la freddezza e la preparazione dei criminali, ma anche l’urgenza di un contrasto efficace. Secondo i carabinieri, il fenomeno delle truffe agli anziani ha assunto dimensioni quasi industriali: una singola banda può incassare fino a 200mila euro a settimana. Solo lo scorso anno, i militari hanno denunciato oltre 40 mila persone per truffe, con 1.400 arresti; circa 3mila denunce erano legate alle tecniche del “finto carabiniere” o del “falso incidente”, mentre duecento persone sono finite in manette.

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