TUTTI I NOMI. Raid punitivo in carcere: 11 arresti. Tra i capi del gruppo di picchiatori Valentino Tarallo di Secondigliano

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Vincenzo Tarallo

NAPOLI – Raid punitivo nel carcere di Avellino. Un 25enne pestato in cella. Ieri mattina gli agenti hanno arrestano undici persone.
Le indagini della squadra mobile di Avellino (diretta da Aniello Ingenito) partono dal racconto dei testimoni e dai filmati registrati dalle telecamere nell’istituto penitenziario. Secondo gli investigatori, è stato un raid studiato nei dettagli: il 22 ottobre avrebbero raggiunto la cella 8 per pestare il 25enne napoletano Paolo Piccolo, oggi ancora ricoverato in gravi condizioni nel reparto di rianimazione. Sempre secondo il resoconto della polizia, quel giorno, riuscirono a prendere le chiavi per aprire i corridoi e chiudere le celle, dove erano gli amici del 25enne. Fecero uscire i compagni di Paolo Piccolo in malo modo.

Fu picchiato in modo violento e trascinato per le scale. Quando gli amici riuscirono a soccorrerlo, pensavano fosse morto. La questura fa sapere che le indagini sono state condotte con il N.I.C. della Penitenziaria – Nucleo Investigativo Regionale per la Campania. All’alba di ieri hanno eseguito l’ordinanza cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Avellino, nei confronti di undici persone: Francesco Crisci Sabato, 20 anni, di Avellino, Nelly Osemwegie, 36 anni, della Nigeria, Valentino Tarallo, 31 anni, di Secondigliano, Raffaele Zona, 30 anni, di Campobasso, Agrippino Paudice, 26 anni, di Napoli, Giovanni Capone, 27 anni, di Napoli, Luigi Gallo, 42 anni, di Sarno, Luciano Benedetto, 40 anni, di Salerno, Giovanni Flammia, 38 anni, di Napoli, Pasqualino Milo, 42 anni, di Cercola, Vincenzo Pisapia, 28 anni, di Avellino.

Gli investigatori considerano Tarallo e Paudice ai vertici del gruppo. L’indagine avviata a seguito dei fatti occorsi il 22 ottobre 2024, presso la casa circondariale Graziano di Avellino, e relativi ad una rivolta dei detenuti all’interno della struttura, culminati nel grave ferimento del detenuto, trasportato all’ospedale Moscati di Avellino e ricoverato in prognosi riservata. Il complesso degli elementi ricavati dall’analisi e dall’elaborazione delle immagini acquisite presso il penitenziario irpino, dalle dichiarazioni rese, dal sequestro di corpi contundenti e delle altre cose pertinenti al reato, unitamente ad altri accertamenti tecnico-scientifici, ha consentito l’identificazione dei presunti responsabili dell’aggressione e una scansione dell’escalation di violenza, conseguente alla contrapposizione tra due distinti gruppi, impegnati a contendersi l’egemonia all’interno dell’istituto. Qui non parliamo di clan – spiegano gli investigatori – ma di gruppi nati all’interno del carcere. Già nei giorni successivi all’aggressione, vennero effettuate perquisizioni straordinarie all’interno dell’istituto penitenziario – ad opera della polizia penitenziaria ed in stretto coordinamento con gli inquirenti – a cui seguirono i trasferimenti dei detenuti ritenuti pericolosi in altre strutture penitenziarie anche di altre regioni. Le indagini tempestivamente svolte e gli esiti finora conseguiti testimoniano l’elevato grado di attenzione che la Procura della Repubblica di Avellino ha da tempo rivolto alle condizioni di sicurezza e di legalità interne all’istituto di pena irpino, nella consapevolezza che queste ultime rappresentano l’ineludibile presupposto per dare effettività ai percorsi di rieducazione. A difendere gli indagati sono stati nominati diversi avvocati, tra cui Antonio Falconieri, Lucio Coppola, Fabio Gentile, Francesco Liguori, Antonio Izzo, Domenico Dello Iacono, Dario Carmine Procentese, Vincenzo Rispoli, Antonella Senatore, Angelo Peccerella, Gerardo Santamaria ed Eduardo Izzo.

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