TUTTI I NOMI. S. Cipriano, i tentacoli del clan sull’affare carburanti: chieste 52 condanne

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Raffaele Diana e Michele Fontana

S. CIPRIANO D’AVERSA – Il contrabbando di carburanti, l’ombra del clan dei Casalesi e della mafia tarantina: sono i temi delle inchieste che nel 2021 avevano fatto scattare 45 misure cautelari e messo sotto indagine, a piede libero, 71 persone. A quattro anni di distanza da quel blitz, eseguito dai finanzieri e dai carabinieri di Salerno e di Taranto, la Procura distrettuale antimafia di Potenza, per 54, il processo (quello che si sta celebrando con rito ordinario) è arrivato alle battute finali. Nei giorni scorsi il pm Vincenzo Montemurro della Dda di Potenza ha tenuto la sua requisitoria, invocando 52 condanne e 2 assoluzioni.

Tra chi rischia il verdetto di colpevolezza ci sono gli imprenditori sanciprianesi Raffaele Diana Mazzuocco, 59enne, per il quale sono stati proposti 12 anni di reclusione, e i figli Vincenzo e Giuseppe, di 36 e 29 anni, che il magistrato vuole condannare rispettivamente a 8 anni e 9 anni. Per l’Antimafia, fino al 2019, avrebbero guidato un’organizzazione criminale specializzata nel commettere reati di fittizia intestazione, riciclaggio e reimpiego di capitali provenienti dalla mafia dell’Agro aversano.

L’ipotizzata gang si sarebbe concentrata su un unico business: il commercio di ingenti quantitativi di gasolio agricolo che, beneficiando indebitamente delle agevolazioni fiscali, veniva venduto a società attive in settori che con la campagna nulla avevano a che fare. Sintetizzando, i Diana, calcando questo schema, avrebbero architettato una vera e propria frode in grado di muovere ogni anno circa 30 milioni di euro. I soldi del clan dei Casalesi, stando alla tesi della Dda, erano stati investiti dai Diana dal 2015 al 2020 nella società Carburanti Petrullo (tra le protagoniste delle presunte frodi) consentendole di effettuare “plurimi acquisti di immobili e così di aumentare il proprio volume d’affari fino a raggiungere nel 2016 circa 16 milioni di euro”.

Raffaele Diana, dice la Procura, ha rappresentato in particolare la “longa manus di Michele Fontana (‘o sceriffo, uomo di fiducia di Michele Zagaria, non coinvolto nel processo) nella gestione dei traffici delittuosi nella parte meridionale della provincia di Salerno”.
Diana a parte, il pm Montemurro ha chiesto 12 anni anche per Massimo Petrullo, 51enne di Polla, 8 anni per Antonio Latronico, 61enne di Sala Consilina, 6 anni ciascuno invocati per Raffaele Annunziata, 70enne di Polla, Luigi Luisi, 58enne, Maddalena Luisi, 62enne, entrambi di Sicignano degli Alburni, Luigi Impembo, 56enne di Roccadaspide, Antonio De Luca, 55enne, Gino De Luca, 66enne, Yuri Garone, 40enne, tutti di Polla. La Dda vuole una condanna a 8 anni a testa per Michele Cicala, 44enne di Taranto, e Pietro Buscicchio; a 6 anni per Antonio Siano, 45enne di Polla, Marcello Paparello, 54enne di Eboli, e Giacinto Costantino, di Lamezia Terme. Proposti, invece, 4 anni ciascuno per Antonio Garofalo, 67enne di Lioni, Tommaso Di Rosa, 79enne di Curti, Gennaro Di Tuoro, 67enne di Volla, Luigi Papale, 69enne di Santa Maria Capua Vetere, Gennaro Morretta, 61enne di Olevano sul Tusciano, Mattia Morretta, 38enne di Battipaglia, Fulvio Leonardo, 54enne di Pietramelara, Salvatore Antonio Leonardo, 93enne, anche lui di Pietramelara, Antonio Gallo, 47enne di San Marco Evangelista, Antimo Menale, 86enne di Trentola Ducenta, Francesco Friozzi, 71enne, Giovanni Friozzi, 43enne, entrambi di Pastorano, Bruno Mario Diana, 91enne di Casapesenna, Flavio Diana, 51enne, tutti e due di Casapesenna, Fioravante Celso, 73enne di Ogliastro Cilento, e Antonio De Martino, 59enne di Mondragone.

Un anno ciascuno è la pena che ha invocato la Dda per Nicola Venosa, 41enne di Diamante, Oreste Mainenti, 59enne, Fabio Grieco, 43enne, Elena Quaranta, 57enne, Carmine Parisi, 36enne, Domenico Parisi, 59enne, Rosario Parisi, 34enne, Carmine De Angelis, 45enne, tutti di Polla; due anni chiesti per Maria Teresa Iannone, 80enne di Polla, Teresa Lanzara, 58enne di Castel San Giorgio, e Salvatore Di Puorto, 39enne di San Cipriano d’Aversa; 3 anni a testa per Antonio Iannotti, 56enne, Fabio Iannotti, 58enne, di Praia a Mare; un anno per Mario Trotta, 65enne di Postiglione, e 2 ciascuno per Cristina Brindisi, 56enne di Roma, Luigi D’Elia, 67enne di Morigerati, e Antonio La Marca, 27enne di Napoli. Il pm vuole, infine, l’assoluzione per Felice Balsamo, 71enne di Padula, e Giovanna Sabia, 28enne di Polla.

Gli imputati, tutti da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile, rispondono, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di frodi in materia di accise ed Iva sugli oli minerali (ad alcuni dei presunti componenti del gruppo è contestata anche l’aggravante mafiosa), intestazione fittizia di beni e società, riciclaggio, auto-riciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita, falso, truffa, uso di false fatture per evadere l’Iva.

Nel collegio difensivo, che nelle prossime udienze terranno le loro arringhe, gli avvocati Domenica Marino, Bianca De Concilio, Francesco Di Paola, Umberto Pappadia, Carlo De Stavola, Luigi Cafaro, Guglielmo Ventrone, Ferdinando Letizia, Sebastiano Tanzola, Giuseppe Stellato, Renato Jappelli, Alfredo Sorge, Emanuele Diana, Michele Sarno, Claudio Mazza, Giuseppe Bello, Mario Valiante, Leopoldo Catena, Bruno Romano, Claudio Parisi, Vincenzo Moriello, Pasquale Friozzi, Maurizio Abbate e Maria Piccirillo.

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