MILANO (LaPresse) – “Non so nulla di mio fratello morto”. Comincia così l’ultimo libro di Daniel Pennac, Daniel Pennacchioni all’anagrafe, quasi un italo francese, se non fosse che è un corso francese. ‘Mon frère’ è il titolo del suo ultimo lavoro, ‘Mio fratello’, edito da Gallimard e non ancora tradotto in italiano. Un’opera delicata e inaspettata di incredibile intensità sull’amore fraterno e la famiglia. Tv2000 ha incontrato Pennac in esclusiva a Parigi, con il giornalista Luigi Ferraiuolo che ha curato l’intervista per ‘Terza Pagina’ l’approfondimento culturale del Tg2000, nella libreria ispirata a un suo famoso libro: ‘Come un romanzo’, nell’effervescente quartiere del Marais. Lo scrittore si confessa per la prima volta, rivelando lo strettissimo legame che aveva con il fratello morto da poco.
Il libro, che arriverà nei prossimi mesi in Italia, è quasi un placebo per l’anima di Pennac
“Il soggetto di questo libro – ha spiegato lo scrittore francese – è la compagnia della mia vita. La mia vita. Quando è morto mio fratello ho perso il buonumore della sua compagnia, la dolcezza del suo affetto, la serenità dei giudizi, la complicità, la pace. Ho perso ciò che resta di dolce al mondo. Ma non so chi ho perso come persona. E’ il motivo per cui ho scritto il libro”. Pennac ha un fortissimo rapporto con l’Italia e in particolare con la città di Napoli: “La connessione con l’Italia e Napoli è la ‘Casa’, l’associazione di Roberto Roberto e Ludovica Tinghi, che si occupa di far apprendere il mestiere del teatro ai giovani delle periferie napoletane. Una grande avventura per la città”.