TORRE DEL GRECO – Fine pena mai. Ergastolo per Franco Panariello, il 56enne operaio metalmeccanico reo confesso dell’omicidio della moglie Concetta Marruocco, brutalmente uccisa con 43 coltellate nella notte del 14 ottobre 2023 a Cerreto d’Esi, in provincia di Ancona, dove la coppia di Torre del Greco si era trasferita da tempo. Il verdetto è della Corte d’Assise, che ha accolto in pieno la richiesta del pubblico ministero Paolo Gubinelli, al termine di un processo che ha messo in luce non solo la ferocia del delitto, ma anche un contesto di violenze e tensioni protratte nel tempo. La notte del 14 ottobre 2023, Panariello si è recato a casa della moglie, violando il divieto di avvicinamento imposto dal tribunale dopo una condanna per maltrattamenti risalente a due mesi prima. Armato di un coltello da cucina, ha raggiunto l’abitazione in via don Pietro Ciccolini, dove vivevano Concetta, infermiera all’ospedale di Matelica, e la loro figlia di 16 anni. Secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero, l’aggressione è avvenuta mentre Concetta dormiva.
“Non è stato un delitto d’impeto”, ha sottolineato Gubinelli durante la requisitoria. “I fori lasciati nelle lenzuola indicano che non ci sono stati dialoghi, nessuna parola è stata scambiata. Panariello voleva vendicarsi per le dichiarazioni che la donna aveva reso in aula un mese prima”. Concetta, meglio conosciuta come Titti, aveva testimoniato il 14 settembre 2023 contro il marito in un processo per maltrattamenti. In quell’occasione, aveva descritto episodi di violenza domestica che avevano spinto il tribunale a imporre a Panariello l’utilizzo del braccialetto elettronico e il divieto di avvicinarsi alla casa familiare. Dopo la testimonianza della moglie, Panariello si era trasferito a Fabriano e aveva chiesto il supporto di uno psichiatra. Tuttavia, la sera del delitto, ha deciso di agire, portando con sé l’arma e tornando a Cerreto con l’intenzione di affrontare la moglie. Durante il processo, Panariello ha dichiarato: “Sono andato a casa di mia moglie per chiarire quell’odio che aveva maturato nei miei confronti dopo 25 anni di matrimonio”.
Per il pubblico ministero non si è trattato di un tentativo di chiarimento, bensì di una vendetta premeditata. Dopo la lettura della sentenza, un applauso da parte dei familiari di Concetta è stato immediatamente smorzato dal presidente della Corte, Roberto Evangelisti. Tuttavia, la tensione è rimasta alta, culminando in un confronto tra un parente della vittima e l’avvocato difensore di Panariello, Ruggero Benvenuto. “Sono stato minacciato di morte”, ha riferito il legale. “Abbi paura perché io t’accido”, sarebbe stata la frase rivolta all’avvocato, costringendo l’intervento del carabiniere di guardia in aula per calmare gli animi. Panariello era già stato condannato a cinque anni di reclusione per maltrattamenti nei confronti della moglie. In quella circostanza, Concetta aveva raccontato in aula le botte e gli abusi subiti, denunciando un’escalation di violenza che il divieto di avvicinamento e il braccialetto elettronico non erano riusciti a fermare. Secondo il pubblico ministero, proprio queste misure avevano rappresentato “l’interruttore che ha fatto accendere la luce nella testa di Panariello”, spingendolo a mettere in atto il suo piano omicida.