Ucciso davanti al figlio di 11 anni

NAPOLI – Ancora sangue sulle strade di Napoli. Un altro morto ammazzato. Il quinto da luglio ad oggi. Questa volta ad essere stato vittima di una vera e proprio esecuzione è stato Luigi Procopio, 45enne originario di Forcella. E’ stato raggiunto dai killer mentre era in compagnia del figlio di 11 anni, a conferma che la camorra non si ferma davanti a niente. Sì, perché di criminalità organizzata si tratta o quantomeno ne sono convinti gli uomini della Squadra Mobile guidati dal capo Giovanni Leuci, incaricati delle indagini su quanto è accaduto ieri pomeriggio intorno alle 16.30 in vico VII° alla Duchesca. Le informazioni sull’omicidio sono arrivate frammentate, anche perché chi ha assistito all’agguato, non ha avuto molta voglia di parlare con gli investigatori. Luigi Procopio è stato ammazzato tra la folla. Le pallottole esplose per ucciderlo avrebbero potuto ferire anche i passanti. Non è successo per miracolo. A parte scoprire chi ha freddato il 45enne, gli uomini della Squadra Mobile sono al lavoro anche per scoprire il perché. Nonostante avesse precedenti penali, Luigi Procopio non era un personaggio di spicco. Secondo i ben informati, pare avesse delle frequentazioni con persone vicine ai Mazzarella. Ma nessuno ha mai avuto elementi in grado di permettere agli investigatori di ritenerlo un affiliato alla cosca. L’agguato in via Foria di due anni fa e l’arresto per contrabbando di sigarette nel 2015 sono le tracce più significative di un uomo, che pare abbia scelto di vendere Tla per arricchirsi. Pare che il centro dei suoi affari coincidesse con la zona sotto il dominio dei Contini. Non è escluso che qualcuno del gruppo che fa parte dell’Alleanza di Secondigliano non abbia visto di buon occhio l’impegno del 45enne nel portare avanti il suo business. Chissà se ha mai chiesto il benestare o meglio (anzi, peggio) ancora se ha mai riconosciuto ai Contini una percentuale sui guadagni. Visto l’agguato di ieri, in molto propendono per il no.

Due anni fa gli spararono contro proiettili in via Foria,

Ammazzato nel centro storico del capoluogo partenopeo come il cognato. Infatti nel 2017 Salvatore Dragonetti (nella foto), fratello della moglie di Luigi Procopio, venne raggiunto dai sicari in vico Pergola. Era insieme ad Edoardo Amoroso, anch’egli vittima di omicidio. Pare che i due fossero vicini al clan Giuliano e che avessero messo in piedi un business al ‘Buvero, in contrasto con la voglia del clan Contini di controllare il territorio e di autorizzare qualcuno a curare affari illeciti soltanto con il benestare della cosca. Pare che il 45enne e il 52enne non l’avessero, ecco perché il 6 settembre di 7 anni fa vennero ammazzati dai killer a poca distanza dal luogo in cui ieri è stato ammazzato Luigi Procopio. Nonostante il 45enne ucciso ieri non fosse un personaggio di spicco e soprattutto non fosse ritenuto affiliato ad alcuna organizzazione criminale (pare avesse comunque delle frequentazioni con persone vicine ai Mazzarella), fu già vittima di un’imboscata due anni fa in via Foria, a poca distanza dall’Orto Botanico. Anche allora un sicario tirò fuori un’arma da fuoco ed esplose colpi al suo indirizzo. Una delle pallottole danneggiò l’insegna di un’attività di lavaggio per auto della zona. Allora chi sparò non riuscì ad uccidere Luigi Procopio. Ieri, invece, i proiettili indirizzati al 45enne sono riusciti a togliergli la vita. Chi ha fatto fuoco ha visto che la vittima era accompagnata dal figlio di 11 anni. Il killer non ha voluto rinviare l’esecuzione. L’ha voluta portate a termine. Adesso ha gli uomini della Squadra Mobile alle calcagna.

Le urla e il rumore dell’elicottero

Da luglio a oggi sono stati cinque gli omicidi di camorra. Quello di ieri ha avuto una dinamica diversa dalle altre, perché i killer hanno esploso i colpi di pistola indirizzati a Luigi Procopio, la vittima di 45 anni, nonostante vico VII° alla Duchesca fosse pieno di gente e nonostante il loro obiettivo fosse in compagnia del figlio. Secondo gli investigatori da anni non si vedeva un omicidio così efferato al centro del capoluogo partenopeo. Che la camorra sia protagonista di un’escalation di violenza che ha già raggiunto livelli preoccupanti lo si era capito alle 23 di sabato 7 settembre, quando a Scampia Camillo Esposito venne raggiunto dai sicari all’interno del negozio di barbiere e ucciso davanti agli altri clienti. Ieri, però, il limite è stato superato un’altra volta. Il figlio di Luigi Procopio che ha assistito alla morte del padre era sotto choc. Dopo l’agguato alcuni parenti si sono riversati in strada per esternare la propria disperazione. Nemmeno il rumore di un elicottero della polizia ha coperto le loro urla.

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